Giovedì 21 Novembre 2024
RICCARDO JANNELLO
Cronaca

Colpito l’asteroide Lo scudo della terra funziona (per fortuna)

Il satellite “Dart“ della Nasa ha deviato l’orbita del corpo celeste. Lo schianto a 24mila all’ora dopo un viaggio durato dieci mesi

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di Riccardo Jannello

Uno schianto a 24mila chilometri orari dopo un viaggio di dieci mesi: Dart ha dimostrato che l’uomo con i suoi calcoli può colpire un corpo celeste distante 11,3 milioni di chilometri e neppure troppo grande. La prima, reale, impresa per studiare come impedire la collisione degli asteroidi sul nostro pianeta alterando loro la traiettoria sembra essere andata a buon fine. Nell’immaginario umano all’inizio fu la paura del film “Armageddon“, ma l’asteroide che Harry Stemper (Bruce Willis) fa saltare con un ordigno nucleare salvando la Terra a pochi minuti dal disastro era grande come il Texas, mentre il povero Dimorphos è solo 160 metri di diametro e se ne sta quieto e distante da noi orbitando attorno al fratello maggiore Didymos, 780 metri di diametro.

Contro Dimorphos l’altra notte all’1,14 ora italiana si è schiantata la sonda della Nasa Dart (Double Asteroid Redirection Test) facendo brillare nello spazio profondo le rocce che si sono staccate, riproducendo in piccolo la cascata di luce che aveva fatto esultare al successo della missione al termine del film del 1998 diretto da Michael Bay.

Ora gli scienziati attendono la verifica completa sul successo dell’esperimento: nel caso di Dimorphos ci si attende che alteri il suo giro attorno a Didymos di una decina di minuti, un 1% che dimostrerebbe quanto i calcoli possano diventare realtà con la possibilità di evitare un impatto potente contro di noi in caso di un asteroide diventato pericoloso per la Terra. La variazione dell’orbita dopo che Dimorphos è stato colpito sarà valutata dagli scienziati con l’osservazione dell’asteroide attraverso i telescopi, fra i quali il nostro Virtual posizionato in Sudafrica.

La volontà della Nasa è rendere il nostro pianeta più sicuro, anche se al momento i pericoli che possono provenire dagli sciami di rocce che si trovano soprattutto fra Marte e Giove sembrano lontani. "La difesa planetaria è uno sforzo unificante a livello globale che colpisce tutti coloro che vivono sulla Terra – ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la direzione della missione scientifica della Nasa – Ora sappiamo che possiamo puntare un veicolo spaziale con la precisione necessaria per colpire anche un piccolo corpo nello spazio. Un piccolo cambiamento nella sua velocità è ciò di cui abbiamo bisogno per fare una differenza significativa nel percorso di un asteroide".

Soddisfatto il capo dell’ente spaziale statunitense, Bill Nelson, che parla di un caso che ha "trasformato la fantascienza in fatto scientifico, dimostrando che abbiamo un modo per proteggere la Terra". Nel successo di Dart c’è un po’ di Italia. Si aspettano infatti le immagini dell’impatto registrate dal satellite di Argotec LiciaCube (Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids), grande come una scatola di scarpe e gestito e coordinato dall’Agenzia spaziale italiana. Il nanosatellite ha viaggiato a lungo con Dart, per poi posizionarsi a circa 50 chilometri dall’area dello schianto.

"LiciaCube – ha detto entusiasta il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia – ci ha inviato il segnale che tutto è andato per il meglio. Vedere le immagini sarà una bella sorpresa".