Roma, 18 febbraio 2021 - I contagi Covid non accennano a calare, con la minaccia delle nuove varianti del Coronavirus, e cambiano ancora i colori delle Regioni, non solo a livello italiano, ma anche per l'Europa. L'Umbria e le province autonome di Trento e di Bolzano restano le uniche aree italiane in rosso scuro, cioè ad alta incidenza di contagi, nella nuova mappa Ue, aggiornata del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). La situazione, quindi, non è cambiata dalla settimana scorsa, fatta eccezione per la Sardegna che si aggiunge alla Val d'Aosta come uniche regioni arancioni. Nel resto d'Europa, invece, il rosso scuro continua a coprire buona parte della Penisola iberica, il Sud della Francia, le regioni slovene al confine con l'Italia, la Cechia, le aree limitrofe di Slovacchia e Germania, Lettonia, Estonia,Svezia meridionale.
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I dati Gimbe
Facendo un focus sul nostro Paese, i contagi Covid settimanali sembrano più o meno stabili, ma aumentano del 5% in almeno 17 province, sopratutto per la "circolazione delle "varianti". E' la situazione fotografata dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, che lancia un appello al Governo Draghi: "Serve un cambio di passo perché, complici le varianti, è impossibile pensare di piegare la curva con le attuali misure di mitigazione e confidando solo nella campagna vaccinale". Il monitoraggio, relativo alla settimana 10-16 febbraio 2021, rispetto alla precedente, mostra un numero stabile di nuovi casi (84.272 rispetto a 84.711, pari a -0,5%), mentre scendono i casi attualmente positivi (393.686 rispetto a 413.967, ovvero -4,9%), così le persone in isolamento domiciliare (373.149 rispetto a 392.312, pari a -4,9%), i ricoveri con sintomi (18.463 rispetto a 19.512, pari a -5,4%), le terapie intensive (2.074 rispetto a 2.143, pari a -3,2%) e, soprattutto i decessi (2.169 rispetto a 2.658, pari a -18%).
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"Anche questa settimana - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - i nuovi casi non accennano a diminuire. E guardando ai dati regionali (qui il bollettino di oggi) si rilevano segnali di incremento, favoriti dalla circolazione delle nuove varianti". In 12 Regioni, infatti, aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, rispetto alla settimana precedente, e l'incremento percentuale dei casi negli ultimi 7 giorni supera il 5% in 17 Province. Se il nuovo esecutivo manterrà la strategia basata sui colori "con il solo obiettivo di contenere il sovraccarico degli ospedali - conclude Cartabellotta - bisogna accettare lo sfiancante stop&go degli ultimi mesi almeno per tutto il 2021". Anche perchè, continua la Fondazione, la campagna vaccinale contro il Covid in Italia è "ostaggio di forniture centellinate" e procede a rilento: "sono arrivate infatti solo un terzo delle dosi attese nel primo trimestre" nell'ultima settimana, "frenano le somministrazioni" e solo 6 over 80 su 100 hanno avuto almeno una dose di vaccino.
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Nel dettaglio, al 17 febbraio sono state consegnate alle Regioni 4,07 milioni di dosi, pari al 31,8% dei 12,8 milioni attesi per il primo trimestre 2021. Si tratta del 44,7% di quelle annunciate da Pfizer, il 18,4% dello stock da 1,3 milioni previsto da Moderna e di 542mila dosi su 4,2 milioni (13%) di Astrazeneca. "Se da un lato vengono correttamente accantonate le dosi per il richiamo - puntualizza il presidente della Fondazione -, dall'altro nell'ultima settimana si rileva un rallentamento delle somministrazioni di quasi il 30%, possibile spia di difficoltà organizzative della campagna vaccinale fuori da ospedali e Rsa". La vera criticità di questa fase 1 della campagna vaccinale, tuttavia, precisa Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione, "è che solo il 5,9% degli over 80 ha ricevuto almeno una dose di vaccino, e solo il 2,7% ha completato il ciclo vaccinale, percentuali molto lontane dal target raccomandato dalla Commissione Europea per questa fascia di età: 80% entro il 31 marzo 2021". Per raggiungere questo obiettivo, conclude, "bisognerebbe vaccinare entro quella data circa 3,5 milioni di over 80, di cui quasi 3,3 milioni non hanno ancora ricevuto la prima dose".
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