Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Colleferro, Willy ucciso. L'amico: "Fratelli violenti, si sapeva"

Sui profili social di Gabriele e Marco Bianchi (due degli arrestati) insulti e minacce: "Morite". Il video beffa postato su Facebook. Il ministro Spadafora: "Bestie". Indagato un quinto giovane

I fratelli Gabriele (a sinistra) e Marco Bianchi in una immagine tratta da Facebook (Ansa)

Roma, 7 settembre 2020 - Si trovano nel carcere di Rebibbia i quattro ragazzi arrestati dai carabinieri della Compagnia di Colleferro per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte e nei prossimi giorni ci sarà l'udienza di convalida. Si tratta di Francesco Belleggia, 23 anni, Mario Pincarelli, 22 anni e dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi di 25 e 24 anni. Sono tutti accusati di omicidio preterintenzionale in concorso.

Intanto da tutt'Italia piovono reazioni indignate: dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio ("Pena esemplare") al sindaco di Roma Virginia Raggi "E' una morte che ci lascia sgomenti. Bisogna stroncare ogni violenza". Durissimo  il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: "Sono bestie". E il leader della Lega, Matteo Salvini: "Pene esemplari per i meledetti assassini".

"La famiglia chiede che ci sia una sentenza giusta nei confronti di chi è responsabile di un'azione così violenta", ha spiegato l'avvocato della famiglia di Willy, Domenico Marzi. "È una morte attribuibile alla condotta scellerata di 4 persone che non hanno il senso della morale e della condotta civile - ha sottolineato - È un'azione imprevedibile e la società civile non dorebbe vivere esperienze di questo genere".

L'inchiesta

Compariranno davanti al gip di Velletri entro giovedì per l'interrogatorio di convalida dell'arresto le quattro persone accusate dell'omicidio preterintenzionale di Willy. I quattro si trovano nel carcere di Rebibbia. La Procura ha inoltre affidato l'incarico per l'autopsia sul corpo del giovane, originario di Capoverde e residente a Paliano, che verrà effettuata nelle prossime ore. Intanto si apprende che un quinto giovane è indagato. A proposito del movente, gli inquirenti escludono che dietro il brutale pestaggio ci siano motivi di carattere razziale o politico. Una telecamera della stazione dei carabinieri che si trovava a poca distanza da Largo Oberdan, luogo dell'aggressione mortale, avrebbe ripreso un suv di grossa cilindrata usato per la fuga dai ragazzi arrestati. A quanto si apprende, a parte questa telecamera non ce ne sarebbero altre nella zona. I quattro sono stati presi ad Artena 15 minuti dopo il delitto. Subito dopo il pestaggio, avvenuto di Largo Oberda, gli aggressori si sono allontanati in auto. Quando sono arrivati i carabinieri erano nei pressi di un bar ad Artena. Le indagini sono condotte dalla compagnia di Colleferro, guidata dal comandante Ettore Pagnano.

"Si poteva evitare"

Intanto monta la rabbia a Collefferro per l'assurda morte di Willy, 21 anni appena. E c'è chi parla senza mezzi termini di "tragedia annunciata" soprattutto con riferimento a due degli arrestati, i fratelli Bianchi. "Non si può morire a 21 anni così. Li conoscevano tutti qui quei due fratelli. Da due anni litigano e picchiano con le stesse modalità, sono stati autori di altri pestaggi". A raccontarlo Alessandro, un amico di Willy, il ragazzo ucciso a Colleferro, arrivato sul luogo dell'aggressione del 21enne. "Con uno di loro ho litigato pochi mesi fa perché dava fastidio a un mio amico - aggiunge - La rabbia è che non è la prima volta che fanno così. Si poteva evitare".

Un amico: "Erano delle furie"

Impressionante il racconto di un amico di Willy.  "Eravamo molto amici, frequentavamo da tempo la stessa comitiva. Ero lì davanti, l'ho visto morire. Non potrò mai togliermi la scena dalla testa, non respirava più". Così all'Adnkronos Lorenzo. "E' stato tutto molto veloce - aggiunge - sono rimasto vicino a lui per un'ora, forse meno. Quelli erano delle furie. Non ricordo molto bene. Sono ancora sotto choc, sono due giorni che non dormo e rivivo quei momenti. Queste cose non si dimenticano".  "Willy qui lo conoscevano tutti. Un ragazzo solare, silenzioso, buono, non avrebbe mai fatto male ad una mosca. Una tragedia incredibile", conclude Lorenzo.

Gabriele Bianchi (Ansa)
Gabriele Bianchi (Ansa)

Il video beffa

Gabriele Bianchi, uno dei quattro presunti aggressori di Willy Monteiro, poco dopo il pestaggio letale, aveva pubblicato video umoristici sulla sua pagina Facebook. L'indiscrezione è trapelata in ambienti investigativi ma trova conferma dall'orario vergato sul post della pagina social dello stesso Bianchi. E basta leggere i commenti che accompagnano questi post per capire quanto la notizia della morte di Willy abbia provocato una generale indignazione. Decine i messaggi di insulto rivolti ai quattro aggressori ed ai loro familiari. Gaberiele e Marco Bianchi hanno un altro fratello, Alessandro, che oggi attraverso i microfoni ha cercato di prendere le distanze esprimendo parole durissime nei confronti dei propri congiunti. Ma ciò non gli ha evitato le risposte di fuoco del popolo di Facebook:

Minacce sui social

"Vi auguro che il Signore ricambi la vostra esistenza con la stessa cattiveria e violenza", "Che lo spirito di quel ragazzo vi perseguiti" e ancora "inutile accanirsi contro essere spregevoli come voi". Raffica di insulti e minacce sui profili social dei due fratelli arrestati. In poche ore sui loro profili sono arrivati centinaia di commenti. "Spero che muori male", "non meriti di stare al mondo", "fate schifo", questi alcuni dei commenti con minacce anche alla compagna di uno dei due fratelli: "è meglio che scappa". Molti commenti incitano al linciaggio.

Gabriele Bianchi in una immagine tratta da Facebook (Ansa)
Gabriele Bianchi in una immagine tratta da Facebook (Ansa)

Un arrestato: "Sono disperato"

Si è detto "disperato" e "distrutto" per quanto accaduto parlando in carcere con il suo difensore Francesco Belleggia, 23 anni, uno dei quattro giovani arrestati.

Fiori e dediche

"Non sono bestie, sono demoni per fare una cosa del genere", dice una delle tante cittadine che si sta recando sul luogo del pestaggio. Una maglietta della Roma con su scritto "Grazie Willy gli eroi non muoiono mai", una targa "Ciao Angelo mio" e decine di di mazzi di fiori . E' un pellegrinaggio silenzioso di amici e conoscenti. Aumentano i fiori e le sciarpe della Roma lasciate in piazza Oberdan, una piccola piazzetta su cui affacciano le finestre della caserma dei carabinieri e a pochi metri dal punto in cui si trovano i pub. E anche la Roma calcio, di cui Willy era tifoso, lo ricorda: "Willy Monteiro Duarte sognava di poter indossare un giorno la maglia della sua amata AS Roma. Questo sogno è stato spezzato la notte scorsa, nel modo più tragico e brutale possibile. I nostri pensieri vanno alla famiglia e agli amici di Willy. Riposa in pace, Romanista".

Il monito del vescovo

Il vescovo di Velletri, monsignor Vincenzo Apicella: "Siamo tutti corresponsabili", "seduti su una polveriera che può esplodere".

Zingaretti: "Regione pagherà spese legali"

 "La Regione Lazio si impegna a pagare le spese legali nel procedimento per la morte di Willy. Non lasceremo da sola la famiglia di questo ragazzo scomparso, a cui ci uniamo in questo momento difficile", lo scrive in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Il maestro di MMA: "Andrò ai funerali"

Luca Di Tullio l'istruttore di Mma della palestra di Lariano dove si sono allenati i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, si difende sui social: "Sono addolorato per la perdita del ragazzo, per una rissa di futili motivi che si poteva benissimo evitare. Oggi ho avuto il piacere di incontrare lo zio di Willy e piangere con lui andrò ai suoi funerali e conoscerò la sua famiglia cercando di dare tutto il massimo conforto e aiuto. Io insegno sport da combattimento da 20 anni e la prima cosa che ho sempre insegnato è l'umiltà e il rispetto del prossimo". E continua: "Capisco la vostra rabbia, lo sfogo su qualsiasi persona collegata a loro - riferendosi ai fratelli Bianchi - ma vi ricordo che non è buttando fango sul Team di appartenenza o sulla famiglia che si riporta indietro Willy. La giustizia sta facendo il suo percorso e chi ha sbagliato pagherà. Chi mi conosce sa la persona che sono e come insegno, sono contro ogni forma di violenza e insegno le Mma (Arti Marziali Miste) mettendo in primo posto l'incolumità degli allievi e del prossimo. Non sono gli sport da combattimento a rendere criminale la gente". Di tullio conclude: "Un saluto al nostro piccolo Willy e che venga fatta giustizia".