Domenica 5 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Coronavirus, due giorni prima di Codogno gli esperti europei Ecdc dissero: "Rischio basso"

Il verbale della riunione dell'European Center for Disease Control and Prevention

Il centro di Codogno deserto

Roma, 19 maggio 2020 - Due giorni prima che a Codogno venisse scoperto il presunto 'paziente uno' dell'epidemia di coronavirus, il rischio della pandemia venne giudicato "basso". In sostanza il Covid-19 è stato visto arrivare, ma si pensò che avrebbe investito in maniera massiccia  l'Europa più avanti. Cosa è successo?

Gli esperti che compongono l'Advisory Forum, il comitato dei consulenti scientifici, dell'Ecdc, lo European Center for Disease Control and Prevention, si sono riuniti a Stoccolma il 18 e 19 febbraio, quindi a poche ore dalla scoperta del paziente uno trovato positivo a Codogno, nel Lodigiano.

Dal verbale di quella riunione, di cui dà conto oggi anche il quotidiano spagnolo El Paìs in chiave spagnola e di cui l'Adnkronos ha copia, emerge un quadro che, letto con il senno di poi, può portare a gettare la croce sugli esperti. Ma vale sempre l'avvertenza che nessuno è in grado di predire il futuro. 

Detto questo, a meno di 48 ore dalla diagnosi di Codogno, arrivata grazie all'intuizione di un'anestesista, gli esperti dell'Ecdc consideravano "basso" il rischio rappresentato dalla Covid-19 per i sistemi sanitari europei. O meglio, per gli esperti dell'Ecdc il 18 febbraio 2020, "la valutazione del rischio" per i servizi sanitari "è bassa per le prossime 2-4 settimane", valutazione basata sul fatto che "l'influenza raggiungerà il picco nelle prossime settimane e che la trasmissione della Covid-19 inizierà successivamente". Quindi, l'Ecd ha visto arrivare la malattia che di lì a poco avrebbe messo a dura prova i sistemi sanitari occidentali. Non aveva però visto, ma non era il solo, la 'bomba atomica' che stava per scoppiare in Val Padana e che avrebbe messo a durissima prova i servizi sanitari italiani.

L'Italia, rappresentata da Silvia Declich dell'Istituto Superiore di Sanità, riferiva che "tutti i voli dalla Cina sono stati fermati a fine gennaio" e che "è stato dichiarato lo stato di emergenza. Tutti i contatti dei tre casi positivi sono stati messi in quarantena, come tutte le 56 rimpatriate dalla Cina. Sono state diffuse informazioni sui social media (Facebook) per tentare di prevenire fake news".

Silvia Declich "si è interrogata sulla possibilità che i casi asintomatici possano trasmettere la malattia e se debbano essere posti in quarantena". Il ruolo degli asintomatici nella trasmissione della Covid-19, la malattia provocata dal coronavirus Sars-Cov-2, si è rivelato poi un punto chiave nella gestione sanitaria della pandemia.