Roma, 15 novembre 2024 – Si aggiungono dettagli inquietanti alla vicenda del 38enne indiano Singh Nardev, ucciso con un colpo di pistola il 31 maggio scorso in un casolare di Ceglie del Campo, alle porte di Bari. Per l’omicidio sono stati arrestati oggi tre giovanissimi, due maggiorenni (uno era minore all'epoca dei fatti) e un minorenne. Altri tre sono indagati a piede libero per aver favorito la fuga degli altri poco dopo l’esplosione dei colpi. Secondo il procuratore aggiunto di Bari, Ciro Angelillis, gli arrestati avrebbero usato la vittima come “bersaglio umano”, sparandogli “per provare una pistola a salve modificata”.
Le misure cautelari sono state disposte dai gip su richiesta della Procura di Bari e della Procura dei minorenni. All'arrestato già maggiorenne all'epoca dei fatti è contestata anche l'aggravante della minorata difesa e dell'aver agito insieme a minorenni. Esclusa dai giudici, al momento, l'aggravante della premeditazione.
“Prima le bottiglie, poi lui”
Prima di usare la pistola contro Nardev i giovani l'avrebbero provata contro delle bottiglie. Quella sera, secondo quanto ricostruito dal pm Matteo Soave e dalla Squadra mobile di Bari, i tre sarebbero arrivati davanti al casolare di via Giovanni De Candia e avrebbero attirato l'attenzione di chi si trovava all'interno. Insieme a Nardev, lì c'erano altre persone senza fissa dimora di nazionalità indiana, pakistana e italiana.
Gli occupanti del casolare "hanno sentito un richiamo provenire dall'esterno - ha aggiunto Angelillis - e Nardev è andato a vedere chi fosse insieme a un altro. Dopo aver scambiato qualche frase, uno dei ragazzi ha esploso due colpi di pistola, e uno di questi ha colpito al petto la vittima, che è morta quasi immediatamente".
I giovani erano arrivati lì a piedi e poi, sempre a piedi, hanno raggiunto la piazza di Ceglie del Campo, dove sono andati via insieme agli altri tre.
Fondamentali per le indagini, oltre alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona che hanno aiutato a ricostruire i percorsi dei giovani, anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, parente di uno dei tre, che ha confermato agli inquirenti l'identità degli aggressori raccontando anche di come questi siano entrati in possesso dell'arma, acquistata da un rivenditore del quartiere Japigia, minorenne, dal quale inizialmente avrebbero voluto comprare una moto. Non convinti dal mezzo, avrebbero quindi deciso di comprare la pistola per 250 euro. L'arma non è stata ancora trovata, il rivenditore è indagato per ricettazione.
Singh Nardev aveva da poco trovato lavoro
Singh Nardev, detto ‘Raggi’, come hanno appurato le indagini era del tutto estraneo a contesti criminali. Arrivato in Italia nel 2006, prima aveva trovato rifugio nel Cara di Palese e quindi in quel maledetto casolare, dove si era sistemato pochi giorni prima dell’omicidio insieme ad altri quattro clochard. Dopo un lavoro in una pescheria, aveva appena trovato una occupazione presso un fruttivendolo. Avrebbe dovuto iniziare da lì a una settimana, ma è stato ucciso che avrebbe iniziato di lì a una settimana “per un movente che sconvolge”, ha detto il procuratore aggiunto Angelillis. “Hanno ritenuto delle persone equivalenti a degli oggetti".