La Valletta, 29 gennaio 2025 - Alessio Lupo, il fidanzato di Claudia Chessa, la ragazza sarda di 18 anni che alle prime ore del mattino di giovedì scorso si è lanciata dal balcone della stanza d'albergo a Malta per sfuggire alle sue botte, ha ammesso in Tribunale di averla ferita. Lo riferiscono fonti giudiziarie. Lupo, 27 anni, era stato fermato dalla polizia dopo che il personale dell'albergo aveva aiutato la ragazza, ricoverata in ospedale con serie lesioni alla schiena. Venerdì scorso, davanti al giudice Jean Paul Grech del Tribunale della Valletta si è dichiarato colpevole di "lesioni personali lievi che hanno fatto temere violenze alla sua compagna" nonché di possesso di droga. Nella stanza d'albergo era stata trovata anche una bustina di cocaina. Una multa di 250 euro gli è stata inflitta per il possesso della droga e gli è stata concessa una scarcerazione condizionale per due anni grazie alla quale ha lasciato Malta.
Silvano Chessa, papà di Claudia, è arrivato ieri nel pomeriggio a Malta e ha raggiunto la figlia ricoverata nel reparto Ortopedia del policlinico Mater Dei. La stanza dalla quale si è lanciata è risultata essere al secondo piano e non al quarto come inizialmente indicato. "Se ci fossero le immagini delle telecamere – ha raccontato l'uomo - si vedrebbe che lei ha cercato il punto in cui buttarsi. Ha urtato una trave, ma è riuscita a scendere a terra, a fare una ventina di metri e a chiedere aiuto".
Specifica che la ragazza "ha parlato con le autorità maltesi giovedì mattina" ma finora "non ha formalizzata denuncia, siamo in attesa di vedere nuovamente le autorità maltesi". Stando a quanto si apprende da fonti di polizia entrambi i protagonisti della vicenda sarebbero risultati positivi ai test per alcol e stupefacenti. Il giovane che era stato fermato dalla polizia, venerdì mattina è stato portato in corte e giudicato per abuso di stupefacenti e lesioni lievi: sanzionato con una multa da 250 euro e il divieto di avvicinamento a Chiara (social media inclusi) per tre anni. La polizia, che sta trattando la vicenda come un caso di violenza domestica, non ha tuttavia ritenuto necessaria la misura del sequestro del passaporto.