Roma, 14 dicembre 2017 - E' di Milano la palma d'oro per il centro storico con il maggior valore immobiliare: chi vuole comprare casa nel capoluogo lombardo deve infatti sborsare la bellezza di 6.538 euro al metro quadro. Opposta la situazione a Taranto, qui bastano 256 euro/mq per comprare casa, il prezzo più basso tra i centri storici italiani. E' quanto si legge nella ricerca su 109 centri storici italiani realizzata da Ancsa (Associazione nazionale centri storici e artistici) in collaborazione con il Cresme. Al secondo posto Roma, con 6.115 euro/mq, terza Venezia (4.290), poi Bolzano (4.050 euro), Trento (3.500 euro), Monza (3.406 euro), Firenze (3.298 euro), Como (3.194 euro) la Citta' Alta di Bergamo (3.125 euro) e Bologna (2.908 euro). Nel novero delle più economiche troviamo Caltanissetta (446 euro), Ragusa (762 euro), Cosenza (805 euro) e Biella (890 euro). Nel mezzo Vibo Valentia, Trapani, Vercelli, Asti, Siracusa, Sassari, Isernia e Oristano, con prezzi al mq tra i 1.000 e i 1.100.
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Facile notare come i centri storici con il maggior valore immobiliare stiano tutti al Nord. Spicca l'eccezione di Reggio Calabria, nel quale il prezzo medio al mq (1.543 euro) e' del 49,3% sopra alla media urbana. Interessanti alcuni trend che emergono dallo studio: dal 2014 al 2016 i prezzi nell'area dei Sassi a Matera sono cresciuti del 19% dopo il successo della riqualificazione e del programma di Capitale Europea della Cultura; a Lecce, sull'onda del successo turistico del Salento negli ultimi anni, il valore immobiliare, pur rimanendo basso, è cresciuto del 16,6%. trend di segno opposto per i comuni piemontesi di Asti (-20%) e Vercelli (-15,7%). In calo anche Pesaro (-17,7%), Fermo (-16,2) e Chieti (-15,7%), Agrigento (-17,6), Livorno (-16,9%) e Siena (-17,2%).
BOLOGNA, UN MODELLO DI CITTA' STORICA - Nel capoluogo emiliano la popolazione del centro storico è diminuita del 3,4% , perdendo 1700 abitanti residenti; anche se è da tenere a mente l'alta concentrazione di popolazione non residente fatta di studenti. Allo stesso tempo, le famiglie residenti nel centro storico sono aumentate del 6,6%. Al 34% le abitazioni non occupate oppure, occupate da non residenti secondo l'Istat. Il fatto che il 30% delle abitazioni del centro storico sia occupato da non residenti mostra come esso si sia caratterizzato in senso funzionale più che abitativo. Gli addetti alle attività economiche sono infatti cresciuti del 24% dal 2001 al 2011, soprattutto nei comparti pubblici, di produzione e ricettivi. Calano gli studenti e aumentano i turisti, facendo emergere una tendenza all'utilizzo del patrimonio residenziale a fini turistici con nuove modalita e forme: case vacanze, bed &breakfast ed AirBnB.
TORINO INVESTE SULLA CULTURA - Complice la grande trasformazione del centro a cavallo del 2000 la percezione del centro storico del capoluogo piemontese è migliorata per residenti e turisti. I casi simbolo sono i quartieri San Salvario, Porta Palazzo con il Quadrilatero Romano e Vanchiglia, ricchi oggi di locali, lavoratori d'arte e imprese culturali. Ma per il vicesindaco Montanari serve più pedonalizzazione, basta parcheggi e una maggiore valorizzazione dello spazio pubblico, anche mettendo ordine agli usi privati. Dall'indagine emerge che le imprese che oggi operano nella cultura sono circa 17mila, un quinto del totale delle attivita' produttive della citta, di cui circa il 38% nel centro storico.
BERGAMO DI ANZIANI E TURISTI - Per quanto riguarda Bergamo, la ricerca dell'Ancsa suggerisce di andare in due direzioni: provare ad attrarre nuovi giovani e lavorare per migliorare le condizioni di vita dei residenti anziani. Sotto la lente anche le attività turistico-ricettive e commerciali del centro storico. In particolare emerge che a Bergamo il fenomeno dell'offerta di alloggi sul web da parte di privati (attraverso piattaforme come Airbnb) è più diffuso in centro che in provincia. Questi dati confermano la nascita di un fenomeno nelle nostre città e pongono le basi per una riflessione urbanistica. Bisogna trovare un giusto equilibrio tra l'attuale caratterizzazione sociale e demografica del tessuto storico e la volonta' di non destinare la fruizione del centro storico a soli fini turistici.