Roma, 17 gennaio 2024 - Da ieri Bologna è entrata di fatto tra le città 30, e all’esordio ci sono stati già i primi multati. In Italia a partire per prima era stata Olbia (giugno 2021).
Oggi l’elenco è lungo, ne fanno parte ad esempio Firenze, Torino e Verona. In Europa Londra, Parigi, Berlino e Madrid.
Questa possibilità di fatto è prevista dal codice della strada (articolo 142, comma 2). Gli enti proprietari, stabilisce il testo, possano fissare, “provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi e limiti di velocità massimi diversi” da quelli diciamo standard, che vanno dai 130 in autostrada ai 50 per i centri abitati. Lo stesso testo chiarisce che la soluzione deve valere “in determinate strade e tratti di strada quando l’applicazione al caso concreto dei criteri indicati nel comma 1 renda opportuna la determinazione di limiti diversi”.
Ma allora sarà questa la soluzione nel futuro delle nostre città? Abbiamo rivolto tre domande a Luigi Altamura, esperto di sicurezza stradale e comandante della polizia locale di Verona, “dove la zona 30 c’è, anche se più piccola di quella bolognese”.
1. Città 30 e traffico: quali conseguenze?
“Questo lo devono stabilire i tecnici. Noi come polizia locale abbiamo il compito di salvare vite. Quindi, se c’è una decisione dell’autorità politica, devo prevedere un controllo per mettere una barriera a chi, nonostante il limite, continua a viaggiare a 50, 60, 80”.
2. Con le zone a 30 aumenta la sicurezza stradale?
“Parto sempre da un presupposto, documentato dall’Istat. Che ci piaccia o no, abbiamo tre fattori che inducono più incidenti e più morti. La velocità è causa di sinistro stradale grave e gravissimo assieme alla distrazione e alla mancata precedenza. Se un’amministrazione comunale approva con una delibera l’istituzione di una zona 30, mi aspetto che quell’amministrazione abbia fatto delle valutazioni, prima. Anche sulla pubblica sicurezza dei cittadini. Ma una zona 30 senza controlli rimane una grida manzoniana. A 36 km all’ora si può essere sanzionati, c’è un bonus di 5 km/h se incappi in un controllo con il telelaser”.
3. Le zone a 30 saranno il futuro delle nostre città?
“Credo sia arrivato il momento di far comprendere che la velocità è causa di incidente stradale. Però nelle grande metropoli vanno fatte delle analisi, quartiere per quartiere. Perché istituire zone a 30 su strade di grande traffico non ha senso. Bisogna creare degli ambiti coerenti. E soprattutto, insisto, si deve far passare il messaggio queste aree senza controlli non servono a nulla. Ogni città ha strade di quartiere che dovrebbero prevedere anche una velocità più ridotta: vicino alle scuole, vicino ai centri anziani o giovanili”.