Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Omicidio Viareggio, Cinzia Dal Pino agli inquirenti: “Lui mi ha minacciato di morte. Che dovevo fare?”

Il racconto dell’imprenditrice balneare non convince gli inquirenti: “Non abbiamo rinvenuto il coltello”. Il video choc dell’investimento. La Lega la difende: applicare tutte le attenuanti

Viareggio, 11 settembre 2024 – “Ero appena salita sulla mia auto quando quell’uomo ha aperto la portiera e si è preso la mia borsa. ’Lasciala o ti ammazzo’, mi ha gridato, poco prima di scappare. Che dovevo fare?”. Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice balneare viareggina di 65 anni, ha risposto così ai funzionari della Squadra Mobile che lunedì le hanno notificato il fermo giudiziario con la pesantissima accusa di omicidio volontario. “Pensavo che avesse un coltello”, avrebbe aggiunto la donna. “Ma non ne abbiamo rinvenuto nessuno – osserva un inquirente –. Abbiamo setacciato tutta l’area in cui è avvenuta la scena. C’è, invece, quel video cui non c’è da aggiungere nulla”. Sempre gli agenti stanno cercando di capire se a bordo del Suv, che ha ucciso il 47enne Said Malkoun, ci fosse anche un’altra persona oltre alla balneare.

Cinzia Dal Pino
Cinzia Dal Pino, 65 anni, l'imprenditrice fermata con l'accusa di omicidio volontario

Il difensore dell’imprenditrice, il professor Enrico Marzaduri, nel corso dell’udienza di convalida cercherà di appigliarsi in tutti i modi (ieri è rimasto blindato tutto il giorno nel suo studio) per provare ad alleggerire la posizione della sua assistita. E proverà a riavvolgere il nastro dall’inizio. Da quando, domenica sera, Cinzia Dal Pino era a cena con un gruppo di amiche in un ristorante di pesce della Darsena.

Intorno alle 23.45 la donna sale sull’auto e una frazione di secondo dopo Said Malkoun, 47 anni – forse originario del Marocco e non dell’Algeria che non lo ha riconosciuto come suo cittadino – la sorprende spalancando la portiera del suo Suv Mercedes. Pochi istanti e l’uomo se ne va portandosi dietro la borsetta della donna. Lei a quel punto accende il motore e lo insegue. Percorre non più di 220 metri e e se lo ritrova davanti. A questo punto sono le telecamere di sorveglianza di un’attività commerciale a raccontare cosa succede. E la scena (un minuto e venti secondi) è agghiacciante.

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Si vede l’uomo che cammina sul marciapiede, lei che sterza travolgendolo e schiacciandolo contro la vetrina di un negozio di elettronica per la nautica. Poi la donna ingrana la retromarcia e lo investe altre tre volte. Infine, dopo averlo centrato quando è carponi a terra, scende, recupera la borsa, fa ancora retromarcia e si allontana. Fino a quando nella tarda mattina di lunedì gli agenti della Squadra Mobile sono andati a prelevarla. “Mi aveva rubato la borsa”, avrebbe provato a giustificarsi. “Nessun commento, nessun pentimento”, nelle frasi pronunciate racconta uno degli investigatori con molti anni di indagini alle spalle. “Ci è apparsa lucida e calma, come in quel video”. Immagini che non lasciano margini di interpretazione.

Said Malkoun
Said Malkoun

Anche per questo gli inquirenti non escludono che oggi l’avvocato Marzaduri, durante l’udienza di convalida in programma nel carcere ’Don Bosco’ di Pisa, dove Cinzia Dal Pino è rinchiusa da lunedì sera, possa chiedere il patteggiamento e la concessione degli arresti domiciliari. Una strategia difensiva che consentirebbe all’imprenditrice di evitare un lungo processo e nel contempo beneficiare dello sconto di pena previsto dalla legge. Ma sono ipotesi, appunto.

Intanto mentre sui social si scatenano i commenti (i più a favore della donna: “Solidarietà totale e incondizionata”) anche una parte della politica, quella governativa, si schiera con lei. La Lega interviene sul caso e chiede che la donna non sia indagata per omicidio volontario. È il vicesegretario Andrea Crippa ad affermare che “la magistratura deve assolutamente tener conto del contesto, della situazione molto particolare e della paura che certamente questa signora aveva in quel momento. Tutte attenuanti che vanno ben tenute presenti. Purtroppo la totale assenza della certezza della pena e la praticamente totale assenza di fiducia degli italiani nella giustizia porta a fatti di questo tipo”. Per l’esponente del Carroccio “prima di condannare la signora va quindi valutato bene il caso e occorre riflettere sul perché di tale gesto. Che va ricercato nell’incapacità della magistratura italiana di far sentire sicuri i cittadini di questo Paese”.