Ancora guai giudiziari per la ministra del Governo Meloni, Daniela Santanchè. La seconda ’tegola’ nel giro di dieci giorni è un nuovo avviso di conclusione indagini, che prelude al rinvio a giudizio. L’ipotesi di reato è: "falso in bilancio" nelle comunicazioni 2016-2022 di Visibilia Editore spa. Nelle scorse settimane era stata definita la tranche di indagine, sempre condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf e coordinata dai pm Maria Giuseppina Gravina, Luigi Luzi, aggiunto Laura Pedio, in cui la senatrice di Fratelli d’Italia era, invece, accusata di "truffa aggravata ai danni dell’Inps" per la gestione impropria della cassa integrazione dei dipendenti nel periodo del Covid. Sotto accusa c’erano 20.117 ore di indebita cassa integrazione Covid che avrebbero lucrato 126.468 euro da maggio 2020 a febbraio 2022 di aiuti statali varati dal governo, con riferimento a 13 dipendenti in realtà rimasti ugualmente al lavoro per Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.
Insieme a Santanchè nel nuovo avviso di conclusioni indagini reso noto ieri, risultano indagati, tra gli altri, anche il compagno Dimitri Kunze, la sorella della ministra Fiorella Garnero, oltre ad altri 13 professionisti della galassia societaria i cui bilanci sarebbero stati falsificati, stando all’ipotesi accusatoria, dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, dal 2016 al 2020 per Visibilia srl in liquidazione, e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl.
La ministra del Turismo Santanchè, assieme ad altri ex amministratori, consiglieri e sindaci di Visibilia Editore, "tra il novembre del 2016 e il dicembre del 2021, cioè quando è stata prima consigliere, poi amministratore delegato, infine presidente, soggetto economico di riferimento, comunque, del gruppo Visibilia, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso avrebbe – si legge nelle carte dell’avviso conclusioni – con gli altri e a vario titolo, consapevolmente esposto nei bilanci di esercizio della società riferibili agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022 fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero per un ingiusto profitto". Lo scrivono i pm Gravina e Luzi.
In una nota, a firma Marcello Viola, capo della procura di Milano, si precisa, invece, che l’ipotesi di reato di bancarotta "è stata stralciata dal procedimento principale poiché per nessuna delle società del gruppo Visibilia è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza". Sussiste, scrive ancora la Procura, "un pubblico interesse a divulgare le notizie riguardanti tali indagini sul gruppo, ferma restando la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari".
Il commento della ministra: "Ho saputo che sono state chiuse le indagini, non ho niente da dire al riguardo. Vedremo le cose come andranno e vedremo chi avrà ragione".