Giovedì 19 Dicembre 2024
MASSIMO PANDOLFI, inviato
Cronaca

Chico Forti incontra a Trento la mamma 96enne. “Ti voglio bene”

Il racconto dello zio Gianni: “Lei voleva fargli subito i canederli”. L’ultima volta che l’ex produttore televisivo condannato all’ergastolo aveva visto sua mamma risale al 2008

Trento, 22 maggio 2024 – “Mamma, ti voglio bene. Sono qui per te”. E giù lacrime, entrambi. Sedici anni. Un abbraccio lungo così, da quella volta in cui lei fece visita a suo figlio nel carcere di Miami a oggi pomeriggio, quando poco dopo le 15 Chico Forti ha bussato alla porta di casa. Casa sua. Trento. Accompagnato dai secondini.

ARRIVO DI CHICO FORTI A CASA PER LA VISITA ALLA MAMMA
ARRIVO DI CHICO FORTI A CASA PER LA VISITA ALLA MAMMA

Il 14 febbraio del 2008, giorno dell'ottantesimo compleanno, Maria Loner si congedò così da suo figlio: “Temo che sarà l'ultima volta che ci vedremo di persona Chico mio”.

Piansero entrambi. Hanno ripianto oggi quando si sono rivisti, 5.930 giorni dopo. Maria ora ha 96 anni, Chico 65. Forti nel 2008 era detenuto nel carcere di Miami, condannato all'ergastolo per l'omicidio, nel 1998, di Dale Pike.

Lui si è sempre professato innocente . "Fine pena mai” invece per la giustizia americana che ha etichettato l'ex surfista e produttore televisivo trentino come un feroce assassino; doveva marcire in carcere per tutta la vita. Marcire e morire. La settimana scorsa il Governo italiano è riuscito ad ottenere il ritorno in Italia di Forti, sempre da detenuto, ma almeno può scontare la sua pena vicino a casa e un domani, magari, cominciare a ottenere permessi e anche libertà vigilata.

Il primo permesso speciale l'ha ottenuto appunto oggi e si è capito anche il motivo della rapidità con cui è stato fatto tutto. Motivo che supera le polemiche, anche sterili, di questi giorni. L'età è avanzata, mamma Maria non sta bene, ha bisogno di assistenza sanitaria a casa, in questo periodo ha anche fatto la spola con l'ospedale.

I legali di Forti, presentando la cartella clinica della donna, hanno chiesto l'accelerazione di tutta la pratica e l'hanno ottenuta, a tempo di record. Ci sentiamo di dire: giustamente.

Era elegantissima mamma Maria quando ha accolto in casa suo figlio. Abito blu, così come era di colore blu la camicia di Chico. Insieme a Chico e mamma Maria c'era anche Stefano, il fratello di Chico, sei anni più grande di lui. Si occupa da sempre di sua madre, vivono insieme, lui prima della pensione lavorava in banca, così come papà Aldo, vice direttore di un istituto di credito di Trento, morto un po' di crepacuore, nel 2001, un anno e mezzo dopo la condanna all'ergastolo di suo figlio Enrico, detto Chico.

Gianni Forti, oltre ad essere lo zio di Chico, era anche il fratello di Aldo. "Nel suo letto di morte gli avevo promesso che avrei fatto di tutto per aiutare suo figlio”. Chiuso nel 2000 il centro stampa che dava lavoro a cinquanta persone, Gianni Forti è diventato il detective e l'avvocato di strada di suo nipote Chico.

ARRIVO DI CHICO FORTI A CASA PER LA VISITA ALLA MAMMA
ARRIVO DI CHICO FORTI A CASA PER LA VISITA ALLA MAMMA

Ha fatto tradurre e catalogare migliaia di carte del processo. "Abbiamo speso anche una barca di soldi. Oggi sono felice, Chico mi ha abbracciato così forte che mi ha quasi stritolato le costole”.

L'altra persona che ha assistito all'incontro era Wilma, la fedele compagna di Gianni. Poi c'erano i due agenti della penitenziaria che non hanno perso di vista neppure un attimo la rimpatriata di famiglia, durata quattro ore, dalle 15 alle 19.

Mamma Maria aveva in frigo anche i canederli, preparati con le sue mani, solo da cuocere. Uno dei piatti preferiti del figlio. “Li vuoi mangiare Chico?”, gli ha chiesto. “Grazie mamma, tranquilla, non ho fame, ho già mangiato, non ho bisogno di niente. Solo di abbracciarti e baciarti”. E lei: “Ti abbiamo preparato tante cose: vestiti, scarpe, calzini'. E Chico: “Mamma, ti voglio bene. Conta solo questo”.

ARRIVO DI CHICO FORTI A CASA PER LA VISITA ALLA MAMMA
ARRIVO DI CHICO FORTI A CASA PER LA VISITA ALLA MAMMA

Mentre Chico, finalmente, era con sua madre, sotto casa, in piazza generale Antonio Cantore a Trento, la strada era affollata di giornalisti, poliziotti, amici, conoscenti di Chico e della sua famiglia. In casa, al sesto piano di un complesso residenziale, requisiti i cellulari: vietato fare foto e video, Chico è un detenuto. E poi il selfie postato nei giorni scorsi dal parlamentare Andrea Di Giuseppe nel penitenziario di Verona con Chico ha sollevato polemiche. Tante foto e video solo all'esterno, al suo arrivo, da un'entrata laterale: ci sono stati anche applausi e cori: 'Chico, Chico'.

Tutta Trento, sono pochissime le eccezioni, si è preso a cuore la causa della famiglia Forti. Siamo arrivati sotto casa di mamma Maria insieme a Gianni Forti, dalla sua abitazione che è a poche centinaia di metri. C'è voluta più di mezzora. Una donna è scoppiata in lacrime mentre lo abbracciava. Tutti si fermavano per dirgli: 'Finalmente'.

Sì, finalmente. “Mi gioco le due braccia e anche di più che Chico è innocente” racconta Franz Bridi, compagno dell'adolescenza di Chico. E' arrivato qui sotto casa anche solo per vedere un attimo Chico, mentre usciva dall'auto. “Lui è un matto, nel senso buono del termine – ci racconta –. E a proposito di buono: è buono come il pane. Incapace di fare del male a chiunque”.

Con Chico Franz, che ha due anni più di lui, ha convissuto per un anno a Verona: erano iscritti all'Isef all'Università di Bologna, nella succursale veneta. Ora, proprio a Verona, Chico divide la sua cella con altri due detenuti italiani. Nel camerone del carcere di massima sicurezza di Miami erano in 47. 'Con Chico – ricorda Franz – abbiamo fatto un miliardo di cose, pensi che a Rivazzurra di Rimini, nel 1979, abbiamo creato la prima scuola di windsurf in Italia. Abbiamo anche girato il mondo assieme”.

Gianfranco Tonelli, presidente onorario del circolo surf e vela di Torbole, ha trasmesso a Chico Forti sia la passione per il surf che quella delle riprese tivù, lui che è stato per una vita documentarista Rai. “Che bello l'incontro fra Chico e sua madre: sono felice, commosso”.

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Chico innocente o colpevole? Qua non hanno dubbi. “Guardi, il 1 gennaio del 2018 ho ricevuto da Ferdinando Imposimato l'ultima sua lettera prima della morte, avvenuta il giorno dopo. Mi scriveva: E' una vergogna, anche per l'Italia, quello che hanno fatto a Chico Forti. Lui non è solo è innocente, ma stra-innocente”. Imposimato fu il legale italiano di Chico Forti: si propose lui dopo aver letto gli atti del processo. Si propose per combattere un'ingiustizia.

Imposimato è stato un magistrato e parlamentare. Presidente onorario della Corte suprema di Cassazione, fu candidato dai Cinque Stelle anche alla carica di presidente della Repubblica.