Parma, 17 ottobre 2024 – Gli arresti domiciliari non bastano e Chiara Petrolini deve andare in carcere. E’ la decisione del tribunale del Riesame di Bologna sul futuro (prossimo) della ragazza di 21 anni accusata di omicidio pluriaggravato e soppressione di cadaveri.
Il Riesame, quindi, ha accolto integralmente la richiesta della procura di Parma: i giudici hanno disposto la custodia in carcere per l’omicidio del 7 agosto 2024 e per le soppressioni dei due cadaveri, cioè anche per il neonato partorito il 12 maggio 2023.
Ma la studentessa di Scienze dell’Educazione all’Università di Parma non andrà direttamente in cella: l'esecuzione della misura è, infatti, sospesa fino alla definitività della decisione. Bisognerà attendere i motivi – che arriveranno entro 45 giorni – e l'eventuale e quasi scontato ricorso in Cassazione dell’avvocato della ragazza. In tutto, per una decisione definitiva, potrebbero volerci 3 mesi.
Tutte le tappe del caso: dalle gravidanze nascoste agli arresti
Perché la procura ha chiesto (e ottenuto) il carcere
Secondo la tesi della procura – che è stata accolta dai giudici del Riesame – a occuparsi della ragazza sono quei genitori che, invece, non sono stati in grado di accorgersi delle due gravidanze della ragazza in 15 mesi (il primo bimbo è stato partorito a maggio 2023 e il secondo in agosto 2024). Mamma e papà non si sono insospettiti nemmeno quando trovano il bagno della taverna pieno di macchie di sangue. Si accontentano della risposta di Chiara che liquida il tutto spiegando di avere un flusso mestruale molto abbondante.
Resta però il fatto che difficilmente il reato potrebbe essere reiterato, visto che Chiara è chiusa nell’appartamento del centro di Parma che la famiglia ha affittato quando la villetta di Traversetolo è stato messo sotto sequestro. Chiara vive da allora con i genitori, mentre il fratello minore è stato affidato alla cura della nonna.
La difesa: i domiciliari sono adeguati
"Ribadisco che, come già detto, a mio avviso gli arresti domiciliari sono in realtà adeguati al contenimento delle esigenze cautelari proprie di questa vicenda (su cui unicamente occorre concentrarsi) – commenta il difensore di Chiara Petrolini, l'avvocato Nicola Tria –. D'altro canto la misura cautelare non può e non deve mai rappresentare un'anticipazione della pena".
La procura: cinica e bugiarda
Ma – secondo il procuratore Alfonso D’Avino – la studentessa che sembrava ‘modello’ è in realtà “cinica” e “bugiarda”. Insomma, per la Procura non è fondamentale che Chiara resti incinta per farle ripetere dei resti: ‘basterebbero’ altri eventi ritenuti ‘incidenti di percorso’ in una vita serena.
Un quadro che ripercorre il ritratto fornito anche dall’ormai ex fidanzato di Chiara. Il coetaneo che era il padre biologico dei due bimbi di cui non ha mai saputo nulla, ha spiegato che Chiara “era una maschera”. Una ragazza che teneva alla perfezione in modo quasi ossessivo. “Ci teneva al giudizio delle altre persone, infatti rigava dritto in tutto, non c’era mai una cosa fuori posto”, ha spiegato Manuel.
Il fidanzato: uno schiaffo da metabolizzare
Raggiunto da Repubblica, attraverso la sua avvocata Monica Moschioni, Manuel: “Adesso devo cercare di capire come affrontare tutto questo. È stato uno schiaffo da metabolizzare, devo digerire questa notizia. Sto facendo di tutto per tornare a una vita normale anche se con grandi difficoltà”.
Le bugie alle amiche
Negli atti poi ci sarebbero anche le bugie di Chiara alle amiche. Quando il dramma dei bimbi ha iniziato a circolare sui mezzi di informazione, la ragazza avrebbe proseguito a mentire.
Negli atti che la Procura di Parma ha presentato al tribunale del Riesame di Bologna, per sostenere l'appello e chiedere la custodia in carcere, poi disposta dai giudici, ci sarebbero anche ricapitolate queste bugie che la 21enne avrebbe detto, riferite dalle stesse amiche, sentite a verbale dagli inquirenti. A inizio settembre e poi pochi giorni prima dell'arresto Chiara avrebbe dato risposte evasive e contraddittorie alle amiche, incontrate in alcune occasioni e con cui avrebbe parlato delle gravidanze. La Procura avrebbe evidenziato queste circostanze proprio per sottolineare l'atteggiamento tenuto dall'indagata dopo i fatti.
I prossimi passi
In attesa delle motivazioni del tribunale del Riesame, attese entro i prossimi 45 giorni, e le eventuali tempistiche relative all’eventuale ricorso da parte dei difensori di Petrolini, i riflettori sono puntati sui risultati degli esami sul corpo del primogenito partorito il 12 maggio 2024. Difficilmente le ossa riveleranno molto su cosa sia successo al neonato, ma si spera che si possa capire se è nato vivo come il fratellino venuto al mondo il 7 agosto scorso, oppure se è stato partorito morto, come raccontato da Chiara.