Parma, 28 settembre 2024 – Emergono nuovi dettagli sul passato di Chiara Petrolini, la 22enne accusata di omicidio premeditato, soppressione e occultamento di cadavere nel caso dei neonati trovati sepolti a Vignale di Traversetolo (Parma). Due anni fa, la ragazza – ora agli arresti domiciliari – avrebbe subito violenza sessuale da parte di un amico, che sarebbe già stato rintracciato dagli inquirenti. A riportarlo è Repubblica, mentre mancano ancora delle conferme ufficiali.
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Sebbene non ci sia un collegamento evidente con i due bambini morti, il ragazzo dovrebbe essere presto ascoltato dagli investigatori. L’abuso sarebbe avvenuto qualche mese prima che Petrolini restasse incinta del suo fidanzato, in quella che sarebbe stata la prima gravidanza conclusasi con un parto in solitaria il 12 maggio 2023.
Tutte le tappe del caso: dal punto segreto in casa agli arresti domiciliari
A parlare del triste accaduto – verificatosi dopo una serata tra amici – non sarebbe stata Chiara stessa, ma le sue conoscenze più strette. La 22enne non ha mai citato una violenza sessuale, e non si esclude che, una volta interrogata sul fatto, potrebbe negare. In ogni caso, il ragazzo non sarebbe più perseguibile, in quanto per legge una denuncia di abuso sessuale va presentata entro 12 mesi.
Giovedì, Petrolini si è recata in tribunale per l’interrogatorio di garanzia, ma ha preferito non rispondere alle domande del Gip. “Si è avvalsa della facoltà di non rispondere, è una scelta tecnica – ha spiegato il legale della giovane, Nicola Tria – Ovvio che questo non significa, e mi preme chiarirlo, che in un altro momento non possa di nuovo rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio”. Lo stesso avvocato ha concordato che alla vicenda “manca ancora qualche pezzo”.
In base a quanto è stato divulgato finora dalla procura di Parma, Petrolini avrebbe agito da sola nello nascondere le due gravidanze, nel partorire e nell’occultare entrambi i corpicini nel giardino di casa. La ragazza ha sostenuto che i bambini fossero nati morti, ma l’autopsia del primo ritrovato ha dimostrato che aveva respirato nei minuti successivi alla nascita. E’ morto infatti per choc emorragico per il mancato blocco del cordone ombelicale dopo la recisione. Chiara ha detto di essere stata disposta ad avere i due piccoli, ma le ricerche in internet fatte dal suo cellulare indicano il contrario.