Roma, 9 gennaio 2024 – L'11 settembre di Chiara Ferragni non è stata la notifica della multa da oltre 1 milione di euro da parte dell'Agcm per la vicenda Balocco, da cui sono scaturite le indagini per truffa aggravata delle ultime ore che hanno coinvolto lei e l'ad Alessandra Balocco. Comunicativamente parlando, l'inizio del tracollo dell'influencer da 30 milioni di follower è avvenuto il 18 dicembre 2023, con la pubblicazione del video di scuse che doveva arginare la situazione e invece l'ha definitivamente rovinata.
Perché in questi casi il mantra da tener presente è "peggio la pezza che il buco", come ci spiega Riccardo Pirrone, social media manager dell'agenzia funebre Taffo, ceo dell’agenzia di influencining marketing Wonty Media e presidente dell'Associazione nazionale social media manager. Negare, negare e ancora negare: è questa la regola.
"Quel video – dice – non andava assolutamente fatto. Ammettendo pubblicamente di aver sbagliato, anche coloro che fino a quel momento ti credevano sulla parola hanno smesso di farlo. Qualcuno accetterà le scuse, ma la maggior parte non lo farà. La gente perdona tutto, tranne chi scherza con i malati. Vedi cosa succede con tutte le notizie relative a chi evade le tasse, un fatto ben più grave: ma se frodi lo Stato va bene, sei perdonato, perché lo Stato è cattivo, mentre se giochi con le operazioni benefiche accade il finimondo".
Ha sempre funzionato così, la tagliola dell'opinione pubblica. Pirrone, che sulla sua irriverente e vincente strategia di digital marketing per Taffo ha scritto un libro ("Ironia della morte. Riderne è l'unico modo per uscirne vivi", Baldini+Castoldi), aveva seguito la vicenda già a fine 2022, quando Selvaggia Lucarelli aveva sollevato per la prima volta il caso. Fa notare come la scelta del "far finta di nulla" adottata allora avesse funzionato: per tutto l'anno successivo nessuna ripercussione sul personaggio di Chiara Ferragni (Sanremo, "The Ferragnez 2", il trasferimento nella nuova casa, la dolcezza dei figli Vittoria e Leone), e nessuna crisi reputazionale per le sue aziende. Fino all'ormai famoso 18 dicembre. Cosa è cambiato? Impossibile sapere se al puzzle manchi ancora qualche tassello, sta di fatto che oggi sembra stiano agendo dei principianti del mestiere.
"Prima neghi – Pirrone continua ad analizzare – poi ammetti, poi ti scusi, poi dici che impugni, poi riappari serena e poi ti indagano. E poi fai i saldi! (Gli ultimi due giorni Chiara Ferragni ha postato su Instagram aclune storie per annunciare l'inizio degli sconti sui prodotti del brand a suo nome, ndr) Sono messaggi troppo contrastanti, di chi non sa più cosa fare. Credo che la situazione ormai sia irrecuperabile, e più tempo passa peggio sarà".
Safilo, Coca-cola, forse Monnalisa. Un marchio dopo l'altro, a valanga, tutti prendono le distanze. Per un'influencer, il cui business si basa su operazioni di co-marketing (partnership pubblicitarie) e alcune volte di co-branding (partnership commerciali), è la fine. "Prima era la principessa intoccabile di bellezza e carità – dice Riccardo, in riferimento alla narrazione basata su "etica e beneficenza" che Ferragni propone di sé sui social – adesso abbiamo capito che non è proprio così. Per questo ironicamente dico 'Non bastano due foto di Vittoria per convincerci che sei quella di prima' (su X, infatti, Pirrone ha ripreso la storia in cui Ferragni ha comunicato l'inizio dei saldi scrivendo: 'Per quanto mi riguarda voglio almeno un balletto di Leo e uno scazzo con Fedez prima di perdonarti'). Secondo me l'unica è un cambio di rotta totale, da fancy a persona normale".
Quello che fino a un certo punto passava per una banale "furbata di marketing", come possono essercene e ne accadono regolarmente a decine, con le scelte comunicative adottate in seguito si è trasformato nel tentativo, quanto meno percepito, di "uscirne in maniera pulita". Uno sforzo vano, tant'è che, come fa notare ancora Pirrone, una volta uscita la notizia dell'avvenuta donazione all'ospedale Regina Margherita di Torino, promessa nel video di scuse, il commento più diffuso tra gli utenti online è stato "Molto spontanea, questa donazione", sarcastico.
Come si risale una volta toccato il fondo in questo modo, come riprendi il controllo della narrazione. "L'unica – ipotizza sul momento Pirrone, mentre conversiamo al telefono – è che lei stessa faccia una maglietta con su scritto 'truffatrice'. Ti difendi attaccandoti. Ho appena pensato una strategia assurda. A breve partono le fashion week: immagina Versace che la fa sfilare con una maglia con scritto "truffatrice". Questo sì che sarebbe un comeback fighissimo. La gente direbbe 'Tutto sommato che ha fatto lei', a fronte di altri personaggi che magari commettono reati peggiori. Nessuno potrebbe più attaccarti anche perché saresti tu la prima ad ammettere il problema e a giocarci su, ne usciresti vittoriosa: depotenzi la minaccia e rinsaldi il brand". Eccola, una soluzione per uscire dall'empasse. "Però – conclude scherzando Riccardo – se usano questa idea, speriamo mi chiamino... altrimenti parte un'altra denuncia!".