Giovedì 30 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Chiara Ferragni e il rinvio a giudizio per il Pandoro Gate: “Accusa ingiusta che pesa sulla mia famiglia. Dimostrerò la mia innocenza”

Milano, l’influencer è accusata di truffa aggravata dalla Procura di Milano: “Sono serena”. La memoria difensiva presentata dagli avvocati difensori non è bastata a ottenere l’archivazione. Cosa può succedere ora

Chiara Ferragni posa con le uova di Pasqua di Giochi Preziosi

Chiara Ferragni posa con le uova di Pasqua di Giochi Preziosi

Milano – “Convivere per ancora chissà quanto con questa accusa, che ritengo del tutto ingiusta, pesa su di me e, di riflesso, sulla mia famiglia e sulle persone con cui lavoro. Sono però serena e ancor più determinata, certa che la mia innocenza verrà pienamente dimostrata". Così Chiara Ferragni in merito al rinvio a giudizio disposto, con citazione diretta dalla Procura di Milano, per lei e per altri tre imputati con le accuse di truffa aggravata per i casi del pandoro "Pink Christmas" e delle uova di cioccolato. Sono Fabio Damato, ex collaboratore della Ferragni, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'azienda piemontese e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID.

La memoria

A fine novembre, gli avvocati dell'influencer avevano depositato una memoria per cercare di ottenere dalla Procura una richiesta di archiviazione delle accuse, sostenendo che Ferragni non ha commesso alcuna truffa, ha già chiuso il fronte amministrativo e ha effettuato versamenti, nel frattempo, all'ospedale Regina Margherita di Torino e all'associazione "Bambini delle fate". Ha già versato circa 3,4 milioni di euro. In più, nella memoria la difesa ha contestato la procedibilità d'ufficio della presunta truffa in assenza di querele di singoli consumatori (anche il Codacons è uscito dal procedimento dopo l'accordo). Procedibilità che i pm hanno legato all'aggravante della "minorata difesa" in quanto i presunti raggiri sarebbero stati commessi su piattaforme on line.

In aula il 23 settembre

Un tema che i legali potranno certamente riproporre nell'udienza pre-dibattimentale del 23 settembre e su cui il giudice dovrà decidere. Nella campagna ingannevole sul pandoro, secondo i pm, si diceva che il ricavato sarebbe servito "a finanziare un percorso di ricerca" dedicato ai bimbi curati al Regina Margherita, ma si sarebbe omesso "di riferire che, contrariamente al messaggio promozionale, Balocco (...) aveva effettuato" il 2 maggio 2022 "un versamento di 50.000 euro a favore dell'ospedale" e che non c'era "correlazione (..) tra tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita".

Anche sulla vicenda "Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate" i pm hanno contestato lo stesso schema con "una pubblicità ingannevole condivisa via social, media e web" con frasi come "le mie uova supportano i bambini delle fate"

La difesa di Balocco

Il collegio di difesa di Alessandra Balocco, guidato dagli avvocati Alessandra Bono e Alessandro Pistochini, appresa la notizia del decreto di citazione a giudizio, si dichiara "profondamente stupito e amareggiato in merito alla scelta della Procura di Milano di devolvere al Giudice del dibattimento la decisione sulla vicenda, che all’evidenza non ha alcuna rilevanza penale, tenuto conto della solidità degli argomenti giuridici sviluppati in un’articolata memoria difensiva. Tutto ciò è ancora più evidente alla luce della rimessione della querela che incide sulla procedibilità dal reato, salvo conservare – da parte della Procura – pervicacemente la contestazione di un’aggravante che nulla ha a che vedere con la tipologia dei fatti in contestazione. I legali dichiarano, infine, che affronteranno il giudizio con fiducia e serenità, nella piena convinzione dell’innocenza di Alessandra Balocco”.