
Graziano Mesina nel 2004 e durante un arresto nel 1985
Roma, 12 aprile 2025 – Ventidue evasioni, di cui 10 riuscite, 24 anni di carcere da scontare (ricalcolati sulla condanna a 30 anni), la grazia concessa dal presidente della Repubblica Ciampi e poi revocata. Basterebbe mettere in fila questi numeri per comprendere quanto sia stata singolare la carriera criminale di Graziano Mesina, morto oggi a 24 ore dalla scarcerazione per motivi di salute. Per tutti era “Grazianeddu”, l'uomo dei sequestri di persona e delle spettacolari evasioni. Ma anche il 'mediatore' che riportò in libertà il piccolo Farouk Kassam. La storia di Graziano Mesina, il più famoso esponente del banditismo sardo del dopoguerra, termina oggi con la sua morte a Milano.
A 10 anni le pietrate al maestro
Penultimo degli undici figli di un pastore, sei fratelli e cinque sorelle, nato ad Orgosolo, nella profonda Barbagia, il 4 aprile 1942, era noto anche come la 'primula rossa' della criminalità isolana. In quarta elementare, come racconterà nella sua autobiografia 'Io Mesina' uscita nel 1993, prese a pietrate il maestro e dovette lasciare la scuola per andare in campagna come servo pastore.

La prima fuga e la lettera anonima
Il primo arresto nel 1956, a 14 anni, per porto d'armi abusivo d'arma, un fucile calibro 16 rubato. Nel maggio del 1960 venne arrestato nuovamente per aver sparato in luogo pubblico, e in questa occasione mise a segno la prima delle sue fughe, evadendo dalla camera di sicurezza della caserma dopo averne forzata la porta. Nel luglio dello stesso anno, mentre Mesina era in carcere dopo essersi costituito, viene rapito e poi ucciso Pietrino Crasta, commerciante di Berchidda. Una lettera anonima alla questura segnalò e fece trovare in località Lenardeddu, dove si trovava un terreno per il pascolo preso in affitto dai suoi fratelli, il cadavere di Crasta. Giovanni, Pietro e Nicola Mesina e alcuni vicini di pascolo vengono arrestati come responsabili del delitto. Nel gennaio 1961 Graziano Mesina venne scarcerato e il 24 dicembre dello stesso anno, in un bar di Orgosolo, il pastore Luigi Mereu, zio di uno degli accusatori dei Mesina nella vicenda Crasta venne colpito da alcuni colpi di pistola e ferito gravemente. Graziano Mesina, verrà arrestato e condannato a sedici anni di reclusione per questo tentato omicidio.
Le evasioni da film
Comincia da questo, un lungo elenco di arresti ed evasioni, da quella in cui riusci a togliersi le manette e scappare a bordo di un treno, a quella in cui si calò da un tubo dell'acqua dell'ospedale in cui si era fatto ricoverare da detenuto, oppure il tentativo andato a vuoto dopo essersi fatto dichiarare pazzo e portare in un manicomio giudiziario. L'11 settembre del 1966 dal carcere San Sebastiano una delle sue più famose evasioni. Insieme a un giovane spagnolo disertore della Legione straniera, Miguel Alberto Asencio Prados Ponte, riuscì a fuggire scalando il muro del carcere alto 7 metri e lanciandosi nella centrale via Roma a Sassari, prendendo poi un taxi per arrivare a Ozieri.
Il finto blocco di polizia e i sequestri di persona
Sempre nel 1966 il rapimento del proprietario terriero Paolo Mossa, liberato dopo la promessa che avrebbe pagato il riscatto. Un ano dopo, a Nuoro, travestiti da poliziotti, Mesina e Prados Ponte finsero un blocco stradale e rapirono Peppino Capelli, un grosso commerciante di carni, rilasciato con un riscatto di 18 milioni di lire. Alla coppia furono attribuiti molti sequestri: Campus, Petretto, Moralis, Canetto, Papandrea. Prados Ponte mori' quello stesso anno in un conflitto a fuoco con la polizia. Per Mesina inizia una lunga serie di arresti, fughe e nuove detenzioni. Ma è il 1992 un anno cruciale. Il 19 ottobre 1992 Mesina ottenne la libertà condizionale, e dopo 29 anni di carcere si stabilì a San Marzanotto, una frazione di Asti.
La liberazione di Farouk Kassam e le due versioni sul riscatto
Nel 1992, durante la vicenda del sequestro del piccolo Farouk Kassam, rapito a gennaio a Porto Cervo, Graziano Mesina interviene in Sardegna durante uno dei suoi permessi, con la funzione di mediatore, nel tentativo di trattare la liberazione con il gruppo di banditi sardi responsabili del sequestro del bimbo. Farouk Kassam sarà liberato a luglio, in circostanze mai del tutto chiarite. Alla versione della polizia e del governo, che ha sempre negato che fosse stato pagato un riscatto, si contrappone quella di Mesina ribadita in alcune interviste, secondo cui la polizia pagò circa un miliardo di lire per il rilascio dell'ostaggio.