Martedì 26 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Chi era Giuseppe Aversa, l’ex camionista travolto dal treno a Brandizzo. A Chivasso per lui hanno sospeso la festa patronale

Quando Giuseppe Aversa, 49 anni, aveva origini calabresi ma era nato e cresciuto nel centro del Torinese dove molti lo conoscevano

Borgo d’Ale (Vercelli), 31 agosto 2023 –  Per la sua morte a Chivasso hanno sospeso la festa del patrono, doveva essere proprio ieri. Quando Giuseppe Aversa, 49 anni, nato e cresciuto nel centro del Torinese ma di origini calabresi, è morto con gli altri colleghi sui binari della stazione.

Da una decina d’anni viveva a Borgo d’Ale (Vercelli), in una cascina ristrutturata. Lascia la madre Lidia, 70 anni, la compagna Nicolinka e la sorella.

Giuseppe Aversa, 49 anni, morto nell'incidente sul lavoro a Brandizzo
Giuseppe Aversa, 49 anni, morto nell'incidente sul lavoro a Brandizzo

Giuseppe, che in passato aveva lavorato come camionista, era figlio di un artigiano edile calabrese di Pizzoni (Vibo Valentia). Il padre aveva scelto di emigrare al nord negli anni Settanta.

“Siamo sgomenti per la disgrazia ferroviaria di Brandizzo, che ha provocato cinque vittime colpendo altrettante famiglie“, scrive il sindaco di Borgo D’Ale, Pier Mauro Andorno.

Tanti i messaggi sulla strage e sui turni di notte affidati ai social. “Da stamattina presto riletto su questa tragedia, con le lacrime agli occhi – si commuove Fiorella –. Il luogo lo conosco benissimo dato che per quattro anni ho lavorato a Chivasso. Ho vissuto nel Vercellese fino all’anno scorso. E poi, anche il mio compagno fa i turni di notte, pur non facendo questo lavoro, e io ancora di più mi sento di stare vicino ai famigliari. Sono telefonate che nella vita non vorresti mai ricevere. Ma, purtroppo, non c’è sicurezza sul lavoro ed è inutile negarlo. Un immenso cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime“.

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Il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, è stato netto. “Non si deve morire sul lavoro. Questa è la seconda tragedia più grave per il nostro territorio. Per interventi così delicati, come quelli sulle reti ferroviarie, la privatizzazione è stata un errore. Le strutture nazionali devono essere in capo allo Stato“.

Lo ha detto ricordando Giuseppe e la sua famiglia, il tono di grande affetto perché “conosco tutti. Lavoratori, lui una persona eccezionale. Si era trasferito a Borgo D’Ale ma è sempre rimasto legato alla nostra comunità“. Scuote il capo: “Non si deve morire sul lavoro, non si può“.