Reggio Emilia, 7 maggio 2024 – Il maxi scandalo delle tangenti al porto di Genova, che ha visto tra le misure cautelari anche l’arresto ai domiciliari del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti con l’accusa di corruzione e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli (ex presidente del Genoa e del Livorno), provoca un terremoto anche a Reggio Emilia.
A seguito della maxi inchiesta genovese, condotta dalla Dda e dalla Finanza e coordinata dai pm Federico Manotti, è finito in carcere l'ex presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iren. L'accusa è di "corruzione per l'esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d'ufficio”.
Soldi, hotel di lusso e gioielli in cambio di favori
La Procura di Genova contesta al presidente ligure Giovanni Toti di aver accettato finanziamenti elettorali per 74.100 euro in cambio di una serie di favori, tra cui l'approvazione della pratica per il rinnovo della concessione trentennale del Terminal Rinfuse nel porto di Genova e assegnazioni di aree, oltre ad agevolare il tombamento di Calata Concenter. Per questo Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e oggi amministratore delegato di Iren, avrebbe ricevuto da Spinelli 15mila euro in contanti, 42 notti in hotel di lusso a Montecarlo comprese giocate al casinò, massaggi e trattamenti estetici per un valore complessivo di oltre 42mila euro, una borsa Chanel e un bracciale Cartier.
L'imprenditore avrebbe poi offerto un incarico con retribuzione di 300mila euro all'anno una volta terminato il mandato in porto, oltre alla disponibilità di una carta di credito durante un viaggio a Las Vegas. Coinvolto inoltre Mauro Vianello, azionista di maggioranza dell'impresa Santa Barbara attiva nel porto di Genova, che avrebbe messo a disposizione di Signorini auto, denaro per il banchetto nuziale della figlia, un Apple Watch e un soggiorno nel suo appartamento in cambio di un provvedimento per aumentare la tariffa oraria delle prestazioni.
Chi è Paolo Emilio Signorini
Signorini ha 61 anni ed è nato a Genova. Dopo essersi laureato in Scienze politiche all’università di Firenze ha proseguito gli studi con un corso di specializzazione alla Yale Law School della Yale University.
Ha iniziato la sua carriera presso la Banca d'Italia e al Ministero dell'Economia e delle Finanze, successivamente è stato Capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento delle politiche economiche presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (dal 2008 al 2013) e Capo Dipartimento per le Infrastrutture, i Sistemi Informativi e Statistici presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013-2015). È stato componente di consigli di amministrazione di società operanti nel settore delle infrastrutture e dei trasporti quali Italferr and Telt SaS. Ha ricoperto, infine, la carica di Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (dal 2016 al 2023).
Dal 30 agosto 2023 è stato nominato amministratore delegato e direttore generale di Iren, una delle più importanti multiutility italiane attiva nei settori dell’energia elettrica, del gas, dell'energia termica per teleriscaldamento, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali e dei servizi tecnologici. La sede è a Reggio Emilia, ma ha poli operativi a Genova, Parma, Piacenza, Torino, La Spezia e Vercelli.
La replica di Iren (che crolla in Borsa)
Dopo le notizie giunte dalla Liguria dell’arresto dell’ad Signorini, il titolo di Iren è crollato in Borsa (-7%). La holding ha anche diramato un comunicato stampa in cui sottolinea che “i reati contestati” a Signorini “sono riferiti al suo precedente ruolo di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e non riguarderebbero quindi Iren. Il Gruppo ha già attivato le procedure necessarie a garantire da subito piena continuità aziendale”.
Il sindaco di Parma: “Mi aspetto le dimissioni dell’ad”
"Mi aspetto a stretto giro le dimissioni dell'amministratore delegato di Iren per poter lasciare all'azienda, che nulla c'entra con l'indagine, la giusta serenità in un momento così delicato”, lo ha detto il sindaco di Parma Michele Guerra. “Ringrazio il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, e il vicepresidente, Moris Ferretti - ha detto - per aver immediatamente garantito la continuità aziendale attraverso la redistribuzione delle deleghe”.