Revisione dell’Ires, la principale tassa sulle società, sulla base del principio caro a Giorgia Meloni "più assumi, meno paghi". Progressivo azzeramento dell’Irap. Reintroduzione della cedolare secca sugli affitti anche nel caso di immobili commerciali come negozi e uffici. E, sul fronte della semplificazione, previsione del cosiddetto concordato preventivo biennale per le piccole e medie imprese: un accordo con il fisco per stabilire le imposte da pagare, senza dover subire controlli e verifiche e, anzi, con la possibilità di non dover versare altre tasse su eventuali introiti aggiuntivi.
L’IRES DIVENTA DOPPIA
La revisione dell’imposta sui redditi delle società sarà centrale nella riforma del fisco. L’Ires è la tassa più significativa a carico di società ed enti (società di capitali residenti in Italia, enti commerciali e non commerciali, società ed enti non residenti, i trust, le Spa, Srl, società cooperative, società per azioni e i consorzi) ed è di natura proporzionale. Nel 2016 è stata ridotta dal 27,50% al 24%, e attualmente si attesta su questa percentuale. La riforma ipotizza l’introduzione di un sistema a due aliquote. La prima aliquota è quella ordinaria al 24 per cento. La seconda, che dovrebbe essere fissata al 15 per cento, sarebbe applicata sugli utili reinvestiti, nei due anni successivi, a investimenti qualificati o a nuova occupazione. Con l’obiettivo di favorire la capitalizzazione delle imprese stabilite in Italia o premiare chi investe in assunzioni o in beni qualificati.
L’IRAP VERSO
L’AZZERAMENTO
Si tratta di una misura annunciata più volte, ma mai realizzata. Ma con la riforma in arrivo si dovrebbe davvero giungere alla scomparsa dell’Irap, che è l’imposta regionale sulle attività produttive, che potrebbe arrivare con la nuova riforma fiscale. Saranno interessate in un primo momento da questa novità le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti. Va ricordato che la legge di Bilancio 2022 aveva già disposto il superamento dell’Irap per lavoratori autonomi, ditte individuali e professionisti.
ARRIVA LA CEDOLARE SECCA PER I NEGOZI E GLI UFFICI
Sempre sul fronte delle imprese e delle attività commerciali, torna la soluzione dell’imposta secca per affitti e locazioni di immobili commerciali e strumentali. Si tratta attualmente di una agevolazione prevista per le abitazioni, con aliquota vantaggiosa al 10% per il canone concordato o al 21% per il canone libero.
IL CONCORDATO
PER UN FISCO "AMICO"
Con la riforma, per le imprese di minori dimensioni si introdurrà un concordato preventivo biennale. In sintesi, le piccole e medie imprese riceveranno una proposta dal fisco che, sulla base delle informazioni in possesso ipotizzerà un certo reddito. Se il contribuente accetta, per due anni non dovrà fare altri adempimenti e non subirà accertamenti relativi alle imposte dirette (mentre rimarranno le verifiche sull’Iva). Se poi il guadagno effettivo sarà maggiore del previsto, l’azienda avrà il vantaggio di non dover pagare nulla su quanto incassato in più. Per le imprese più grandi c’è la "cooperative compliance": la normativa risale al 2015 e sarà abbassata la soglia di accesso. Con l’aggiunta di un contraddittorio preventivo", in una linea di dialogo accompagnata dalla "riduzione delle sanzioni, che si possono addirittura azzerare".