Cesare Battisti (foto Ansa)
Oristano, 15 gennaio 2019 - Prima notte in cella per Cesare Battisti nel carcere di Alta sicurezza di Oristano-Massama. L'ex latitante ieri pomeriggio ha effettuato le normali procedure previste per ogni detenuto in arrivo: è stato visitato, poi schedato all'ufficio matricola e portato in cella, nella sezione AS2. Ha cenato con pasta, carne, verdura e frutta. Resterà in isolamento diurno per sei mesi. Intorno a mezzogiorno Battisti ha ricevuto la visita del suo avvocato, poi nel pomeriggio ha incontrato il cappellano del penitenziario, Don Gabriele Cossu.
Gli agenti carcerari lo descrivono come "apparentemente sereno", anche se chi in queste ore ha parlato con i familiari del terrorista racconta la loro preoccupazione per la tenuta psicologica di Battisti, già "molto provato" dalla detenzione in Brasile, da lui raccontata come una esperienza particolarmente difficile e dolorosa, e dall'ultimo mese di latitanza.
Ma delle reazioni di un detenuto tanto 'speciale' è comunque filtrato parecchio. Gli agenti del Gom che lo hanno trasferito a Oristano parlano di un uomo "stanco e disorientato", mentre un ex parlamentare rivela le prime parole dell'ex terrorista.
"Non sono innocente, ma non mi accollo tutto"
PAROLE DAL CARCERE - "Ormai è tutto finito, ho 64 anni, sono malato, sono cambiato": ecco le prime parole di Cesare Battisti, pronunciate ieri pomeriggio appena arrivato in carcere. Le riferisce all'Ansa l'ex parlamentare sardo Mauro Pili, che lo ha appreso da fonti qualificate. Battisti ha parlato con diversi agenti penitenziari ed è stato a colloquio con il direttore del carcere.
Ancora: "Mi dite in quale parte del mondo mi trovo?", avrebbe chiesto l'ex Pac, spiegando: "Non mi dichiaro innocente ma nemmeno mi accollo tutto ciò di cui mi accusano". Pili sul suo profilo Facebook commenta: "A colloquio con il direttore del carcere rientrato per la grande occasione dalle ferie il criminale Battisti tenta la strada della vittima! E poi siccome si dichiara malato pensa già a un centro clinico, che a Oristano non c'è. Quindi fuori dall'isolamento! Iniziano le strategie difensive! Dalle spiagge all'isolamento diurno".
LA FOTO DEL FIGLIO - Stanco e spaesato: così è apparso Cesare Battisti agli uomini del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria che ieri lo hanno preso in consegna a Roma e portato nel carcere di Oristano. Battisti ha parlato poco: in volo ha domandato più volte "Dove mi portate?", e tra le poche cose che ha chiesto voleva la foto di uno dei figli. In carcere Battisti è stato sottoposto, come da prassi, a perquisizione personale. A parte gli indumenti e poco denaro, non aveva con sé praticamente nulla: il più era già stato prelevato da Interpol e Antiterrorismo dopo la cattura. Aveva però la foto di uno dei figli. "Posso tenerla?", ha chiesto. La procedura non consente di trattenere effetti personali, ma la fotografia è stata presa in consegna insieme ai pochi effetti e sarà tenuta da parte.
IN CELLA - In isolamento diurno per sei mesi, come altri due detenuti ospitati dal carcere sardo, Battisti si trova in una cella della sezione AS2. Per ora ha la tv, l'occorrente per scrivere e poco altro che gli hanno fornito gli agenti carcerari. Come tutti i detenuti ha diritto a 4 ore di aria al giorno, da trascorrere da solo, e a lavorare se ne avrà l'occasione.
BOLOGNA / Striscione pro-Battisti in piazza Verdi
Allarme dei Servizi: torna l'estremismo
LE MANETTE - A Ciampino Battisti è sceso dal Falcon che lo ha riportato in Italia dalla Bolivia con i polsi liberi. Le manette gli sono state messe, per motivi di sicurezza, durante il trasporto in questura a Roma e poi da qui a Pratica di Mare. Una volta sull'aereo per la Sardegna, le manette sono state tolte. "Durante tutte queste fasi - racconta un ispettore del Gom - non ha mai fatto resistenza e ha firmato con tranquillità il verbale, ma è apparso molto stanco e spaesato".
Una sensazione raccolta anche da chi a Pratica di Mare è salito con lui sul P180 della Guardia di finanza che lo ha portato in Sardegna: "Era molto disorientato - racconta uno dei quattro agenti -. Sull'aereo ha cercato di dormire, ma non ci è riuscito. Non ha parlato se non per chiedere più volte 'dove mi state portando?'".
Il legale: "Basta show mediatico"
L'AVVOCATO - E stamattina l'ex latitante ha ricevuto anche la prima visita in carcere: quella del suo avvocato, entrato intorno a mezzogiorno per il colloquio. Davide Steccanella, noto penalista milanese si è mostrato infastidito per "questo show mediatico". "Non lo conoscevo, l'ho visto oggi per la prima volta", ha detto il legale che ai giornalisti ha rilasciato solo poche parole, limitandosi a spiegare che Battisti "fisicamente sta bene" e che ieri ha avuto "una giornata pesantina". Per "giudicarlo umanamente" un'ora non basta. Steccanella, difensore anche di Vallanzasca, è autore di libri sugli anni di Piombo come 'Gli anni della lotta armata.
CACCIA AD ALTRI LATITANTI - E così, meno di 48 ore dopo l'arresto in Bolivia, Cesare Battisti da ieri è detenuto nel carcere di Oristano: 37 anni di latitanza si concludono con l'ergastolo senza benefici, a cominciare da 6 mesi d'isolamento diurno. La Procura di Milano apre intanto una nuova inchiesta sulla rete di protezione dell'ex Pac. E il vicepremier Matteo Salvini lancia la caccia agli altri latitanti del terrorismo. Sono ufficialmente 27 i 'fuggitivi' di destra e sinistra scappati all'estero per sottrarsi alle condanne emesse dalla giustizia italiana.
Gli investigatori continuano a ricostruire i dettagli della fuga dal Brasile a Santa Cruz de la Sierra dove è stato bloccato sabato pomeriggio mentre camminava un po' alticcio e con in tasca solo 10 bolivianos, meno di un dollaro e mezzo. E, soprattutto, concentrano la loro attenzione sulla rete che per quasi due mesi lo ha protetto.
LE TRACCE 'SOCIAL' - Dopo la fuga del 16 novembre, all'inizio di dicembre Battisti sembra di nuovo sparito nel nulla, ma gli investigatori, grazie al sistema di localizzazione e alle comunicazioni via Skype e social ricominciano a seguire gli spostamenti dei cellulari sospetti. Che portano su un volo da San Paolo a Sinop, nel Mato Grosso. Altre tracce arrivano da Lucas do Rio Verde, Caceres, San Matiàs: i possibili movimenti dei fiancheggiatori. Ma da chi è composta questa rete di protezione? L'analisi del telefono di Battisti, già in mano agli inquirenti milanesi, darà forse qualche risposta in più, anche per ricostruire chi e come ha finanziato la latitanza.
LE AMICIZIE - Quello che già si conosce è il cerchio delle amicizie di Battisti: c'è l'ex parlamentare di sinistra Eduardo Suplicy e il sindacalista Magno de Carvalho, lo storico e scrittore Carlos Lungarzo e la sociologa Silvana Barolo. Oltre a diversi intellettuali, rappresentanti di associazioni di categoria e sindacati. E ci sono alcuni italiani, tra cui i suoi familiari.