Roma, 21 febbraio 2024 – Cervo zombie, ma che cos’è il prione? “Una proteina piegata male, possiamo anche dire sbagliata, che provoca la malattia da deperimento”. Carlo Citterio, veterinario, direttore del Centro specialistico fauna selvatica dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, parte da qui e rassicura sulla possibilità di trasmissione all’uomo: “Non c’è alcuna evidenza che possa accadere. La malattia è conosciuta dalla metà del secolo scorso, non è mai stata associata a contagi sull’uomo”.
Cervo zombie e prione: che cosa sappiamo
Spiega Citterio: “Non è ancora noto se il prione sia derivato dai ruminanti domestici, in particolare dagli ovini, o se invece si sia sviluppato da solo come problema evolutivo nei cervidi. La malformazione di questa proteina malauguratamente riesce ad essere anche trasmissibile, infettante”. Chiarisce il veterinario: “Durante la malattia ma già nel lungo periodo di incubazione la proteina può essere secreta dagli animali, ad esempio nella saliva, nell’urina, nelle feci. Immessa nell’ambiente, lo contamina. E la contaminazione dura anni”.
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Ci sono rischi per l’uomo?
Ma esistono rischi per l’uomo? “Al momento la possibilità di un salto di specie, di uno spillover, non sembra probabile – risponde l’esperto – . In Italia c’è un piano di sorveglianza ma la malattia non è mai stata trovata”.
A questo link dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie le info
Quanti sono i casi documentati in Europa
"La malattia è stata trovata in Norvegia, Svezia e Finlandia – ricorda Citterio -. L’ultimo report, nell’aprile 2023 , elencava 31 casi: 13 renne, 15 alci, 3 cervi”.