Martedì 14 Gennaio 2025
GIORGIO
Cronaca

C’è un rischio: la reazione di mercati e Ue

Il Governo italiano ha deciso di aumentare il deficit per il 2024 al 4,3%, un punto e mezzo superiore al limite europeo del 3%. La Commissione Europea potrebbe bocciare questa scelta, così come i mercati, con conseguenze molto amare.

La Malfa

Qualche giorno fa il Ministro dell’Economia, Giorgetti, aveva dichiarato che, più delle regole europee in materia di bilancio, egli era preoccupato dal giudizio dei mercati perché avendo la Bce smesso di acquistare i nostri titoli, dobbiamo collocarli sul mercato. E questo, dato il livello del nostro debito pubblico, rende necessario essere particolarmente affidabili. Non erano preoccupazioni infondate come dimostra lo scarto fra il rendimento dei titoli italiani e tedeschi (lo spread) che ha ripreso a salire ed è superiore a quello della Grecia che pure ha un debito maggiore del nostro in rapporto al reddito nazionale. Proprio alla luce di quelle dichiarazioni è difficile capire la scelta del Governo sulle cifre della finanza pubblica nel 2024.

Nel Documento di Economia e Finanza dello scorsa primavera il Governo indicava un deficit per il 2024 pari al 3,7% del Pil. Nella Nota di aggiornamento al Def approvata ieri dal Consiglio dei Ministri, il deficit per il 2024 sale al 4,3%. Appare molto improbabile che di fronte a regole europee che indicano il limite al deficit al 3% la Commissione possa dare il suo assenso a un deficit di quasi un punto e mezzo superiore. Oltretutto, in Europa cresce la preoccupazione sui ritardi del Pnrr che rappresenta la spesa per investimenti. Con le decisioni di ieri diamo l’impressione che il deficit non sia dovuto alla spesa per investimenti che si contrae, ma alla spesa corrente che appare inarrestabile. Perché la Commissione dovrebbe dare il suo via libera? Quando Giorgetti diceva di temere più il giudizio dei mercati che quella della Commissione, non poteva certo pensare che la Commissione potesse avallare qualunque cifra di finanza pubblica. Le decisioni di oggi del Governo fanno correre all’Italia il rischio di una doppia bocciatura: quella della Commissione Europea e quella dei mercati. Le conseguenze potrebbero essere molto amare.