Palermo, 5 novembre 2018 - La Procura di Termini Imerese (Palermo) indaga per disastro colposo e omicidio colposo per l'alluvione di sabato sera che ha travolto e ucciso nove persone in una villetta di Casteldaccia (Palermo). Ne dà il Procuratore Ambrogio Cartosio che ieri si è voluto recare personalmente sul luogo del disastro e sorvolato la zona. "Siamo nelle primissime fasi delle indagini - sottolinea Cartosio - e nei prossimi giorni, quindi, potrebbero esserci degli aggiornamenti. Al momento si procede contro ignoti". Il punto è che la casa della strage - dove le due famiglie vivevano in affitto - era abusiva, come del resto molti degli immobili lungo il tracciato del corso d'acqua. "L'abusivismo è il principale colpevole e lo sottolineo", aggiunge il magistrato.
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Dunque perché non è stata demolita? Il sindaco Giovanni Di Giacinto ha spiegato che l'ordine di demolizione del Comune era stato emesso ben dieci anni fa. Ma poi i proprietari avevano impugnato il provvedimento davanti al Tar, innescando una guerra di carte bollate che ha fermato le ruspe. Versione smentita oggi dal Consiglio di Stato, che in una nota precisa: "Il Tar Sicilia-Palermo non ha mai sospeso l'ordinanza di demolizione del sindaco dell'immobile. Né può sostenersi che la semplice presentazione di ricorso sia di per sé sufficiente a bloccare l'efficacia dell'ordine di demolizione".
"In ogni caso - insiste il Consiglio di Stato - nel 2011 il giudizio al Tar si è concluso e l'ordinanza di demolizione del sindaco non è stata annullata; né il Comune si è mai costituito in giudizio. Quindi, in questi anni l'ordinanza di demolizione poteva - e doveva - essere eseguita". Infine l'avvertimento: "Ogni altra ricostruzione dei fatti, in merito a questa tragedia in cui hanno perso la vita 9 persone, è falsa e volta a delegittimare l'Istituzione della giustizia amministrativa".
Dunque già alla fine del 2011 il Comune di Casteldaccia avrebbe potuto eseguire l'ordinanza di demolizione per la villetta abusiva. Il Tar sette anni fa si era pronunciato sul ricorso presentato dai proprietari e aveva sancito la colpevole inattività delle parti.
Stando così le cose, il sindaco Di Giancinto lancia un appello: "Lo Stato o la Regione mi aiutino. Io non ho i soldi per le demolizioni. Il Comune è in dissesto economico dal 2015: posso solo compiere atti di ordinaria amministrazione e abbattere una costruzione abusiva costa mediamente 60mila euro. Ne abbiamo una trentina da buttare giù, come faccio?".
SOS ABUSIVISMO - "Nel circondario di Termini Imerese - rivela ancora il pm Cartosio - sono circa 800 gli immobili abusivi dei quali è stata disposta la demolizione giudiziaria, e non solo amministrativa, da molti anni. Davanti a noi abbiamo un'opera immane, ma non ci fermeremo".