Trieste, 4 marzo 2025 - Ennesima svolta sul caso Resinovich. Una “profonda rivalutazione dell’intero procedimento, forse con eventuali nuovi accertamenti o acquisizioni” per il giallo di Trieste, dopo oltre tre anni di mistero, s’intuisce dalle parole di Federico Frezza, procuratore facente funzione di Trieste, che ha appena ricevuto la relazione di Cristina Cattaneo - antropologa forense che ha lavorato anche ai casi di Yara Gambirasio, Elisa Claps e David Rossi -, depositata sabato notte, dopo quattro rinvii da metà dicembre. Il nuovo pm è Ilaria Iozzi, a breve l’insediamento di Patrizia Castaldini (già nominata a capo della Procura).

La storia per punti
“Lilly è stata soffocata”
Ma come è morta la 63enne di Trieste? Sarebbe stata soffocata, questa è l’ultima indiscrezione. In particolare, sarebbe stata accertata la presenza di una lesione alla vertebra T2, compatibile con un’azione violenta, ad esempio una manovra fatta alle spalle. “Scompenso cardiaco acuto”, aveva concluso invece la prima autopsia a gennaio 2022. A febbraio 2023 la procura allora diretta da Antonio de Nicolo aveva chiesto l’archiviazione per suicidio. Richiesta respinta dal gip Luigi Dainotti, che invece aveva elencato 25 punti da approfondire e proprio per consentire quegli accertamenti aveva rivisto l’ipotesi di reato del fascicolo 5545 - aperto senza indagati -, da sequestro di persona a omicidio.

“Un delitto di prossimità”
“Delitto di prossimità”, ha sempre ripetuto chi fin dall’inizio è stato convinto che Liliana Resinovich sia stata uccisa. “Ora tutti devono essere sentiti”, chiede il marito Sebastiano Visintin, da sempre sotto i riflettori. E ripete: “Aspetto di leggere la relazione”. Ma il cerchio delle indagini potrebbe allargarsi? Tutto da vedere. Finora hanno dato esito negativo i test del Dna, erano stati sottoposti all’esame il marito, l’amico speciale Claudio Sterpin, il vicino di casa Salvatore Nasti e l’amico di gioventù Fulvio Covalero.
Quando è morta Lilly
L’altro grande mistero della storia è: quando è morta Lilly? L’esame del microbiota sposterebbe la data al giorno stesso della scomparsa. Ma quella tecnica è ancora sperimentale, non viene accettata come prova nei tribunali. La prima indagine faceva risalire il decesso con ogni probabilità a 48-62 ore prima del ritrovamento, avvenuto il 5 gennaio nel parco dell’ex ospedale psichiatrico, a 20 minuti a piedi da casa.
La storia di Liliana
Lilly, come la chiamavano gli amici, signora garbata di 63 anni che non alzava mai la voce ed era sempre disponibile ad aiutare tutti - “una tranquillona”, la descrive il suo medico nell’autopsia psicologica firmata dalla criminologa Gabriella Marano, consulente del fratello Sergio -, era una pensionata della Regione Friuli Venezia Giulia. Minuta (pesava 42 chili), appassionata di fotografia, bicicletta e cappelli. Questa signora che non si faceva mai notare - unica ‘civetteria’ il ciuffo bianco sulla fronte - scompare dal suo appartamento nel quartiere San Giovanni la mattina del 14 dicembre 2021.
Le telecamere
Le telecamere della scuola di polizia in via Damiano Chiesa, a pochi passi da via Verrocchio dove abitava, la riprendono alle 8:42 con le borse della spazzatura, l’andatura è svelta, indossa un giubbotto grigio e porta una borsa nera a tracolla. Alle 8:50, la stessa sagoma sembra attraversare piazzale Gioberti, immortalata dalle riprese di un autobus. In mezzo c’è la testimonianza di Iva, la fruttivendola di via San Cilino, agli atti dell’inchiesta.
L’amico speciale Claudio Sterpin
L’amico speciale Claudio Sterpin si aspetta che ora “vengano ricontrollati tutti quelli che hanno ‘girovagato’ attorno a questo caso. Io sono stato chiamato tre volte, vorrei essere richiamato altre tre volte se lo fossero anche tutti gli altri. Si riparte, spero da zero. E spero che lo si faccia con un altro piede, un piede più giusto, intendo”.
La genetista Marina Baldi: dove si colloca la scena?
Resta ancora senza risposta anche un’altra domanda chiave: dove si colloca la scena? Dove è morta Liliana Resinovich? Sotto le scarpe sono state trovate tracce di vegetazione compatibile (anche) con quella presente nel boschetto. “Non dove è stata ritrovata - è invece l’ipotesi di Marina Baldi, la genetista che ha lavorato al caso, nella squadra di professionisti che assiste il fratello Sergio -. Il corpo era lì da poco, altrimenti avrebbero scoperto altre lesioni, ad esempio segni di animali selvatici. Non è credibile che l’assassino abbia congelato il cadavere. Penso che possa essere stato conservato in un luogo freddo”. E poi fatto ritrovare. Perché?