Trieste, 2 dicembre 2023 – Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, risponde al telefono e consegna a Qn.net “dolore ma anche rabbia”. Mentre trapela l’ipotesi che aleggia fin dall’inizio: l’intenzione di riesumare il cadavere di Lilly, a pochi giorni dalla scadenza della proroga richiesta dal gip (e rinnovabile).
Rabbia, diceva.
"Perché dopo due anni non ci sono risposte a tre domande fondamentali: quando è morta Lilly, perché, come”.
Ora trapela che il corpo potrebbe essere riesumato, per una nuova autopsia. L’ipotesi si era affacciata subito.
"L’ho sentito dal mio consulente, il generale Garofano. Da quanto ho capito, non è ancora ufficiale”.
Perché dopo due anni bisogna ricominciare da capo?
"Penso che le indagini siano partite dall’idea del suicidio, questo sicuramente ha contato. Mi è stato chiesto diverse volte se avessi trovato uno scritto”.
Lei è stato molto sotto i riflettori, come ad altri le è stato chiesto di sottoporsi all’esame del Dna.
"Ho la coscienza tranquilla, su tutto il resto no comment. Ho sempre risposto a tutte le domande, è stato così anche qualche settimana fa. Naturalmente sul contenuto non sono autorizzato a dire nulla”.
Ha come consulente Garofano, ex capo del Ris. Tra i criminologi c’è chi pensa che la morte di Lilly rimarrà un mistero per sempre.
"Temo che sarà così, anche se non sono d’accordo”.
Tra i 25 punti indicati dal Gip per gli approfondimenti c’è anche l’esame sul piede sinistro di sua moglie.
“Ho capito che si deve stabilire se il corpo sia stato congelato. Comunque mi aspetto una proroga delle indagini”.
Lei continua a vivere nell’appartamento da dove Liliana è scomparsa?
"Sì, e ho conservato le sue cose. I vestiti, le scarpe, il cuscino con il suo orsacchiotto”.
Tutto è iniziato il 14 dicembre 2021, era un martedì mattina. Per lei si avvicina un’altra scadenza difficile.
"Non so se quel giorno andrò al cimitero. Ho visto troppi funerali. Da quando è morta mia figlia, che aveva 29 anni, ci vado poche volte all’anno. Quel dolore è rimasto e la scomparsa di Lilly mi ha ucciso. Vado al cimitero quando dentro di me scatta qualcosa, le porto dei sassi, li metto vicino alla tomba in un posto segreto, non voglio che qualcuno li butti via. Sono i ricordi dei miei viaggi in bicicletta. Prima li facevamo sempre insieme”.
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