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Don Mattia Ferrari ha 32 anni ed è vicario di Nonantola, nel Modenese
Modena, 24 febbraio 2025 – Spiato, non è ben chiaro da chi. E poco importa che indossi il crocifisso e sotto la felpa giovanile indossi il colletto dell’abito talare. Don Mattia Ferrari, 32 anni, vicario di Nonantola (Modena) e cappellano sulla nave di una Ong, è solo l’ultimo degli italiani finiti al centro dello scandalo Paragon. Con lui giornalisti, attivisti e anche un armatore. Tutti spiati con il software Graphite dell’azienda Paragon solutions. Ferrari è cappellano sulla Mediterranea Saving Humans, ong di altre due vittime dello spyware ‘zero click’: il capomissione Luca Casarini e l’armatore Beppe Caccia. Indagano due procure: Napoli e Palermo, dove oggi è stato sentito Casarini per oltre due ore. L’opposizione, intanto, torna a chiedere con forza spiegazioni al governo: “Giorgia Meloni smetta di scappare e si impegni a chiarire”, chiede la segretaria dem, Elly Schlein.
Don Ferrari avvisato da Meta
Mediterranea fa sapere che don Ferrari è stato avvisato da Meta di essere l’obiettivo di un “sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate” l’8 febbraio 2024, lo stesso giorno di Casarini. Ciò, nota la ong, “suggerisce che potrebbero essere stati presi di mira come parte dello stesso ‘gruppo’. Questo solleva anche la preoccupante possibilità che siano state prese di mira altre persone, oltre a quelle attualmente note al pubblico, e che siano state utilizzate più tecnologie nell’ambito della stessa operazione di sorveglianza”. Ricorda inoltre che “don Mattia non lavora a titolo puramente individuale, ma svolge un servizio in piena comunione e sintonia con le autorità ecclesiastiche che hanno giurisdizione su queste questioni”. In mattinata Casarini è stato sentito dagli investigatori del Centro operativo per la cybersicurezza della Polizia a Palermo, su delega delle procure di Palermo e Napoli (che ha aperto un fascicolo dopo la denuncia del direttore di Fanpage Francesco Cancellato). I reati ipotizzati sono quelli di accesso abusivo a dispositivi informatici e intercettazioni illegali. L’esponente di Mediterranea riferisce anche di “un account X, vicino ai servizi segreti libici, Migrant Rescue Watch, sul quale sta già indagando la procura di Modena per minacce ricevute da don Mattia”.
Opposizione all’attacco
Torna all’attacco l’opposizione. Schlein parla di “vicenda inquietante: abbiamo chiesto al governo di dirci quali entità statali hanno autorizzato l’installazione dei software di Paragon sui cellulari spiati e il governo non sta dando queste risposte. Che cosa sta coprendo?”. Hanno spiato, incalza il leader di Iv, Matteo Renzi, “anche don Mattia, è pazzesco. E la Meloni che scappa senza dirci di chi è la responsabilità”. Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, la vicenda “sta assumendo contorni agghiaccianti. Giornalisti, attivisti e ora anche sacerdoti spiati da un sistema dato in uso solo ad apparati dello Stato: Giorgia Meloni non può più fare finta di nulla”. Angelo Bonelli (Avs) ricorda che “io e il mio collega Fratoianni abbiamo parlato e incontrato diverse volte le persone intercettate: siamo stati intercettati anche noi? Ora si arriva persino a intercettare la Chiesa, superando ogni limite. Siamo di fronte a una situazione da vero e proprio regime”.