Roma, 5 marzo 2024 – L’inchiesta sul dossieraggio a politici e vip condotta dalla Procura di Perugia prosegue e intanto crescono le reazioni del mondo della politica. Oggi è intervenuta sull’argomento la premier Giorgia Meloni, con dichiarazioni nette e dure: “Penso che sia francamente gravissimo che in Italia ci siano funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge, facendo delle verifiche su cittadini comuni e non a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, in particolare ad alcuni esponenti della stampa”, ha detto a margine di un evento elettorale a Termano, in Abruzzo. “Utilizzare così le banche dati pubbliche non c'entra niente con la libertà di stampa", ha aggiunto.
In precedenza aveva parlato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: "Probabilmente essendoci un'inchiesta in corso sarebbe improprio che mi esprimessi adesso. Certamente è un fatto estremamente grave che si innesta in una situazione che si è sedimentata da anni", le sue parole.
La procura di Perugia al momento ha ‘scremato’ 800 presunte interrogazioni illegali ai sistemi informatici sulle oltre 5mila effettuate dall’ex capo della squadra Sos Pasquale Striano. Nordio al riguardo ha aggiunto: "Il diritto alla privacy” sancito “dall’articolo 15 della Costituzione che considera inviolabili le comunicazioni tra persone, è diventato ormai una sorta di aspirazione metafisica. Le stesse intercettazioni, più o meno lecite, più o meno captate in modo diverso, sono diventate quasi la regola. Mentre l'articolo 15 della Costituzione dice che possono essere limitate soltanto in casi eccezionali. Se poi non vengono nemmeno autorizzate dall'autorità giudiziaria, ma vengono captate in modo per così dire eccentrico, allora deve intervenire la magistratura. Però secondo me deve intervenire anche il legislatore", ha aggiunto.
"È certamente un fatto molto grave che in un Paese libero e democratico ci sia qualche funzionario dello Stato che abusivamente si infila nelle vicende personali per preparare dossier di questo o di quel personaggio. Non è solo una questione politica. È una battaglia in difesa della privacy di ogni cittadino. Ci auguriamo che domani dalla riunione dell'antimafia escano notizie importanti, la verità”. E’ il commento del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Bisognerebbe capire chi è il regista - aggiunge -. Chi ha dato disposizioni? Chi ha usato cosa? Per quali fini? Questo è il tema. Sono scelte antidemocratiche. Sono cose che accadono nei Paesi dove non si rispettano i diritti dei cittadini. È successo qualcosa di preoccupante per la nostra democrazia”.
Netta la condanna anche dalle file dell’opposizione. Grida allo “scandalo” la segretaria dem Elly Schlein. “La schedatura illegittima di centinaia di persone, con 800 accessi illegittimi, è di una gravità inaudita”, ha detto. Poi ha sottolineato la necessità di “fare estrema chiarezza” rimarcando: “Noi abbiamo chiesto di audire sia Melillo sia Cantone. Bisogna evitare che possano ancora accadere fatti di questo tipo”.
Sull'argomento è intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "È una cosa sconvolgente e mi stupisce che se ne parli in termini così poco drammatici. È una cosa sconvolgente e mi aspetto anche che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenga perché non possiamo permetterci che lo stato di diritto e la democrazia in cui crediamo possa essere calpestata da questi comportamenti".
Cantone e Melillo in audizione
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Perugia Raffaele Cantone saranno ascoltati giovedì anche davanti al Copasir. Erano stati proprio i due procuratori a scrivere, nei giorni scorsi, al Copasir, oltre che al Csm e alla Commissione Antimafia, per chiedere di valutare "con l'urgenza del caso" l'opportunità di una loro audizione sulle vicende relative al cosiddetto 'dossieraggio'. I due procuratori saranno sentiti in settimana anche dalla Commissione Antimafia che ascolterà domani Melillo, alle ore 16.30 e Cantone giovedì alle ore 10.
La richiesta di Lotito
Intanto, Gian Michele Gentile, legale di Claudio Lotito, ha riferito che il presidente della Lazio chiede di essere ascoltato in procura a Roma. La richiesta non riguarderà le presunte accuse al presidente della Figc Gabriele Gravina, ma avrà ad oggetto “la vicenda della vendita della Salernitana Calcio e in particolare sui comportamenti messi in atto dai trustee". Il dossier si riferisce a presunte attività illecite dello stesso presidente Gravina dopo la trasmissione degli atti dalla Dna a Roma il 23 marzo 2023 su una segnalazione per operazione sospetta (Sos) poi oggetto di contestazione da parte della Procura di Perugia per falso e abuso d'ufficio per il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati e per il finanziere Pasquale Striano.