Campione d'Italia (Como), 24 gennaio 2015 – Ora il lavoro di indagine è passato alle scrivanie. All’analisi della importante quantità di documentazione acquisita mercoledì durante le perquisizioni svolte a Campione d’Italia, su disposizione della Procura di Como. Materiale che i militari della Guardia di finanza di Como, e dello Scico di Roma – il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata – hanno acquisito in esecuzione del provvedimento chiesto dal sostituto procuratore di Como Maria Vittoria Isella, che coordina le indagini. Gli atti giudiziari sono stati notificati a cinque persone, ipotizzando principalmente il reato di riciclaggio: Carlo Pagan, 54 anni, residenza a Venezia e amministratore delegato della casa da gioco, e tre dipendenti: Sergio Frigerio, 57 anni di Lecco, Roberto Viano, 59 anni di Campione d’Italia e Diego Gozzi, 41 anni anch’egli di Campione. A questi si aggiunge un porteur, Michele Maiorana, 67 anni residente a Palermo.
I porteur, sono figure esterne alla casa da gioco, che hanno il ruolo di reclutare e accompagnare i clienti al casinò. Allo stato attuale delle cose, le indagini non avrebbero ancora messo a fuoco una o più modalità precise con le quali sarebbero state portate a termine le condotte di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Ci sarebbero piuttosto delle indicazioni sulle quali si stanno svolgendo gli accertamenti, per verificare la fondatezza delle ipotesi di reato che hanno portato all’apertura del fascicolo in Procura. Tra queste, la possibilità che attraverso l’ufficio casse girasse più denaro di quello consentito dalle recenti normative, che hanno imposto limiti precisi alle possibilità di cambio di ogni singolo cliente. Tuttavia la fase preliminare di questi riscontri, non consente di andare al di là della pura ipotesi. Un passo avanti si avrà con l’analisi della contabilità e della numerosa altra documentazione, ritenuta utile ai fini di indagine, acquisita dalla Guardia di finanza, che deve ancora essere messa in ordine, analizzata e incrociata con i riscontri acquisiti finora. Solo a quel punto, si potrebbe arrivare ad avere più chiara l’effettiva sussistenza delle condotte ipotizzate, e le loro eventuali modalità. Materiale che è stato sequestrato sia all’interno della casa da gioco, che in alcune abitazioni private degli indagati.
Nel frattempo, il casinò non ha mai smesso di portare avanti l’attività di gioco, che non è mai stata disturbata dalla presenza delle fiamme gialle e dal lavoro di acquisizione di documenti svolto negli uffici, senza alcun contraccolpo sulla clientela. Il prossimo passo, quindi, sarà tirare le somme di quanto arrivato nelle mani degli inquirenti, e capire se effettivamente quanto ha motivato questa nuova indagine aperta su Campione, ha una sua fondatezza.