Casalbordino (Chieti), 14 settembre 2023 – Ci sono dettagli da brividi nella strage di Casalbordino (Chieti), l’incidente alla Esplodenti Sabino costato la vita a tre operai.
Giulio Romano, 56 anni, che viveva in paese, nel 2020 era scampato miracolosamente alla sciagura – che anche in quel caso provocò 3 morti – per un cambio di turno. Mentre Gianluca De Santis, il più giovane, 44 anni di Palata (Campobasso), oggi si era preso un giorno di permesso per accompagnare uno dei figli piccoli a scuola.
Che cosa sappiamo della dinamica
Da una prima ricostruzione, c’era Fernando Di Nella sull’ordigno. L’uomo, 62 anni, sarebbe andato in pensione tra poco. Viene descritto come un artificiere esperto in demilitarizzazioni, da decenni compiva le stesse operazioni. Saranno le indagini a spiegare che cosa sia successo.
Fabbrica sotto sequestro
Ed è sotto sequestro la Esplodenti Sabino, decisione necessaria anche per poter effettuare la bonifica e per poter svolgere le indagini necessarie alla Procura di Vasto (Ch), in particolare al pm Silvia Di Nunzio, che ha aperto un fascicolo sulla strage.
Anche nel 2020, quando ci fu un altro scoppio, con altre tre vittime, lo stabilimento rimase sotto sequestro per mesi, tanto da indurre gli operai, senza stipendio e senza ammortizzatori sociali, a protestare. Le salme sono state recuperate ieri sera e portate all’obitorio dell’ospedale di Chieti, in attesa dell’autopsia. Le indagini sulla tragedia sono state affidate ai carabinieri.
L’inchiesta e le ipotesi di reato
Omicidio colposo plurimo e disastro colposo contro ignoti. Sono queste le ipotesi di reato ipotizzate dalla Procura della Repubblica di Chieti. Già nelle prossime ore, in vista di un esame come quello dell’autopsia, potrebbero essere iscritti i primi nomi sul registro degli indagati.
In azione gli artificieri
Nel sito sono in azione gli artificieri dell'Esercito, arrivati da Foggia, per capire come e quando procedere alla bonifica dei luoghi dove si è verificato il disastro.
Le parole dell’azienda
Sull’incidente è intervenuta con una nota la stessa azienda: “Resta, allo stato, inspiegabile la causa dell’innesco che ha determinato la dolorosa perdita di tre lavoratori sebbene esperti, formati e informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni. L’incidente si è verificato durante la normale fase di lavorazione di munizionamento, eseguito per conto dell’Agenzia industrie difesa, nonostante l’adozione delle cautele e applicazioni più severe previste dalla normativa sulla prevenzione degli infortuni. Per quanto di competenza, la società si farà carico di ogni esigenza dei familiari delle vittime anche attraverso le proprie compagnie di assicurazione”.