Viterbo, 22 gennaio 2025 – Emergono nuovi dettagli dei maltrattamenti nella casa di riposo di Latera (Viterbo), che a seguito di un’indagine hanno portato a sei misure cautelari per altrettanti operatori socio-sanitari che lavoravano nella struttura. I racconti dei loro ex colleghi, nonché gli audio e i video delle intercettazioni ambientali sono da brividi: torture psicologiche, insulti, anziani legati al letto per ore e persino violenza sessuale ai danni di una paziente “a mezzo di un bastone e, in un’occasione, addirittura quando era impossibilitata a difendersi perché legata a letto mediante strumenti di contenzione”.
A delineare ancor più chiaramente il tragico quadro di quanto vissuto dagli ospiti della casa di riposo, ci sono ora alcune frasi pronunciate dagli indiziati, simbolo di quella violenza continua a cui erano sottoposti. “Vi hanno lasciato qui, so’ spariti tutti quanti, so’ spariti tutti quanti i figlioli”: uno dei concetti ribaditi più di frequente. In un'altra occasione, a fronte del lamento “mamma mia” di un'anziana, la stessa si sarebbe sentita rispondere da uno degli indagati: "Sì, la tu’ mamma ti aspetta di sotto. Ha detto mandamela subito, immediatamente, perché il cimitero rimane aperto fino alle tre, poi non la trovi più la mamma”. E ancora “Stai zitta, sei un cadavere”, “Sei una matta scoppiata, sei un sarcofago, un morto che cammina. Non servi a un c... sei inutile alla società”. Frasi che spesso si trasformavano in torture psicologiche: un’anziana è stata obbligata a cantare ‘Mamma son tanto felice’, per poi sentirsi ricordare che la propria madre era morta.
Si aggiungono, come è possibile immaginare, gli auguri di morte. “Morirai di sporco, morirai prima o poi. Prima, spero per te”, “Muori, quella è la soluzione per tutti”.
Il tutto accompagnato dalla violenza fisica. Uno degli indagati avrebbe preso per il collo un'anziana minacciandola di morte. Un operatore è accusato di aver scosso bruscamente una delle ospiti, per poi tapparle la bocca, sputare sui pantaloni del suo pigiama, scaraventarla sulla sedia a rotelle e sferrarle una testata alla nuca.
“Un quadro allarmante, preoccupante, pericoloso – si legge in una nota delle forze dell’ordine – contrassegnato da una gestione inumana dell'anziano, soggetto notoriamente vulnerabile, esposto ad attacchi gravemente lesivi del suo equilibrio psicofisico, già compromesso dall'età e dal naturale decadimento fisico e cognitivo”.