"Siamo a un passo dalla caccia all’ebreo". Il grido d’allarme è firmato da Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica milanese, dopo i cartelli apparsi sabato durante una manifestazione pro-Palestina nel capoluogo lombardo. Cartelli in cui si leggeva "agente sionista" sopra i volti della senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto Liliana Segre, del ministro della Difesa Guido Crosetto, dell’ex presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, dell’imprenditore Marco Carrai e del giornalista e scrittore Francesco Giubilei.
Le manifestazioni di stampo antisemita degli ultimi giorni in tutta Italia, intanto, hanno portato a "un innalzamento" delle misure di sicurezza nell’area del Ghetto ebraico di Venezia, il più antico d’Europa, dove già l’attenzione delle forze dell’ordine cittadine era alta. Nelle stesse ore il vicepresidente della comunità ebraica di Milano Ilan Boni sottolineava che i cartelli esposti in corteo nel capoluogo lombardo "potrebbero essere interpretati da alcuni malintenzionati per compiere attentati". Le reazioni politiche non mancano. Nel mirino della manifestazione milanese – durante la quale è stato anche dedicato un minuto di silenzio ad Hassan Nasrallah, il segretario generale degli Hezbollah ucciso da un bombardamento israeliano in Libano – è finita Liliana Segre, simbolo della lotta contro l’antisemitismo, e i commenti che le mostrano solidarietà sono bipartisan, a partire da quello del ministro Roberto Calderoli: "Grave e preoccupante quanto accaduto sabato a Milano, a questo punto mi domando se dietro non ci possa essere una regia, forse anche straniera". Il presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan, rincara la dose, riferendosi all’appello, sempre dei Carc, "a rendere impossibile la vita" agli esponenti del Governo Meloni: "L’esortazione a marchiare le case dove abitano presunti ’agenti sionisti’ ci riporta alle pagine più buie delle persecuzioni antiebraiche del secolo scorso".
Dal fronte del centrosinistra scende in campo il senatore del Pd Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione contro razzismo e antisemitismo di Palazzo Madama: "È inaccettabile uno sdoganamento strisciante dell’antisemitismo, puramente propagandistico e senza alcun fondamento fattuale". Il portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs Angelo Bonelli afferma che "Liliana Segre è il simbolo della resistenza al nazifascismo: attaccarla è sbagliato e grave perché così si attaccano le fondamenta che hanno dato vita alla nostra democrazia . Chi ha esposto quel cartello va condannato senza se e senza ma".