Il cerchio si stringe e il ministro della Giustizia, Merrick Garland ha confermato che ieri sera l’Fbi ha arrestato nella sua casa a North Dighton, non lontano da Boston, l’aviere Jack Teixeira, in servizio come tecnico informatico ad un reparto di intelligence della Guardia Nazionale Aerea del Massachussets. "L’arresto – ha detto Garland – è avvenuto in relazione alla "presunta rimozione non autorizzata e trasmissione di informazioni classificate di difesa nazionale".
Dalla sua base, Teixeira avrebbe trafugato decine di documenti pubblicandoli con lo pseudonimo OS in un gruppo web chiuso, con una trentina di membri, creato sulla piattaforma Discord. L’aviere sarebbe un complottista amante delle armi che in un video trovato in rete fa affermazioni razziste e antisemite. "È stato un atto criminale deliberato", ha commentato il generale Patrick Ryder, portavoce del Pentagono. E lo stesso presidente Biden ha detto di essere "preoccupato per la fuga di notizie" anche se "non c’è niente di attuale o che abbia grandi conseguenze".
Tra le rivelazioni delle carte pubblicate, la presenza di forze speciali occidentali in Ucraina, problemi e lotte di potere nella catena di comando russo (in una si accusa il generale Gerasimov, capo di Stato maggiore, di voler sabotare la "missione speciale" in Ucraina) e profonde divisioni nel sistema di potere del Cremlino (lotta tra la Wagner di Prigozhin e i fedeli del ministro della Difesa Shoigu); carte che indicherebbero l’intenzione della Cina di avviare "la fornitura di aiuti letali" a Mosca; documenti (ragionevolmente taroccati) sulle perdite russe e ucraine e rapporti sul’insofferenza di Washington nei confronti del segretario generale dell’Onu, considerato "troppo accomandante" verso la Russia.
"Da quello che emerge – osserva Alessandro Marrone, responsabile difesa dell’Istituto Affari Internazionali – sembra credibile che possano essere fatti uscire dei documenti reali. Non sappiamo se sono tutti veri o se alcuni sono stati rimaneggiati. Ma grossomodo sembrano attendibili. Del resto il numero delle persone che li ricevono, non solo militari, è più ampio del ristretto numero di militari e operatori dell’intelligence che li stila, li aggiorna e li utilizza. Non saranno milioni, ma la base è larga. E tra i molti, qualcuno che ha la motivazione per farli uscire, anche non per spionaggio, può esserci. Comunque è un fatto grave, anche se probabilmente è meno grave come impatto sulla guerra". "Sull’identificazione della fonte – prosegue Marrone – prendiamo atto del lavoro degli investigatori americani, ma è un po’ presto per trarre conclusioni. Certo, bisogna distinguere tra chi ha messo online i documenti e chi li ha fatti uscire, può darsi sia la stessa persona, ma anche no. Comunque una fuga di notizie di questo tipo non dovrebbe preoccuparci troppo perché non sembrano emergere dati eccessivamente sensibili sui piani americani o dell’Ucraina".
Qualche osservatore ha però qualche dubbio sulla natura della fuga di notizie, se reale o pilotata. "Siamo proprio sicuri – osserva l’analista Piero Batacchi, della Rivista italiana Difesa – che qualcuno non abbia promosso o consentito la fuga di notizie per creare una sorta di confusione nei comandi russi in vista della futura, eventuale controffensiva ucraina? Forse qualcuno ha voluto creare, con una campagna di guerra cognitiva, questa bolla informativa. Non ho nessuna prova, ma il dubbio mi viene. Quanto al fatto che sia stato identificato un presunto responsabile della diffusione del materiale, questo potrebbe far cadere i dubbi, ma anche avvalorarli perché i documenti potrebbero essere stati dati a lui da chi voleva che uscissero. Potrebbe cioè avere effettivamente avuto un ruolo, ma essere stato manipolato".