Sabato 27 Luglio 2024

“Su carta d’identità dei minorenni indicare genitore 1 e 2”, la Corte d’Appello smonta un decreto di Salvini

Lo rende noto l'associazione Famiglie Arcobaleno. Il vicepremier: “Decisione sbagliata”

carta d'identità elettronica

carta d'identità elettronica

Roma, 15 febbraio 2024 - La Corte d'Appello di Roma con una sentenza ha smentito un decreto del Ministero dell'Interno del 2019, guidato all'epoca da Matteo Salvini "e lo condanna ad applicare la dicitura 'genitori' o altra dicitura che corrisponda al genere del genitore sulle carte d'identità elettroniche rilasciate a persone minorenni".

Lo rende noto l'associazione Famiglie Arcobaleno aggiungendo che i giudici di secondo grado capitolini hanno "ribadito un concetto molto semplice: sulla carta d'identità di un bambino/bambina non possono essere indicati dati personali diversi da quelli che risultano nei registri dello stato civile".

"Decisione sbagliata – è stato subito il commento di Salvini -. Ognuno deve sempre essere libero di fare quello che vuole con la propria vita sentimentale, ma certificare l'idea che le parole 'mammà e 'papà' vengano cancellate per legge è assurdo e riprovevole. Questo NON è progresso”, ha scritto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

La vicenda ha inizio nel 2019, quando un decreto firmato da Salvini impone al posto di 'genitori' la dicitura madre/padre sui documenti. L'associazione spiega: "Una coppia di mamme si è rivolta prima al Tar del Lazio e poi al Tribunale di Roma esigendo l'emissione di un documento d'identità che rispecchi la reale composizione della loro famiglia. Già in primo grado il Tribunale aveva accolto la richiesta delle mamme, dichiarando di fatto illegittimo il decreto in quanto il documento emesso integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico".

Oltre alla conferma della sentenza in Appello, il ministero dovrà anche pagare le spese processuali, fa sapere l'associazione. "L'Associazione Famiglie Arcobaleno già nel 2019 aveva denunciato, supportata dal parere del Garante della Privacy, il qualunquismo ideologico del decreto Salvini che aveva modificato le diciture delle carte di identità solo per attaccare le famiglie omogenitoriali ma mettendo in difficoltà anche tutti quei minori che presentano situazioni familiari differenti. Io stessa sono riportata come 'padre' sul documento di mio figlio, con tutto ciò che comporta ad esempio nel caso di un viaggio all'estero", ha dichiarato la presidente di Famiglie Arcobaleno Alessia Crocini, che ha concluso: "Che un paese civile come l'Italia emetta, attraverso il ministero dell'Interno, carte d'identità che riportano dati falsi è semplicemente imbarazzante. Speriamo che il Governo intervenga subito riportando la dicitura che da sempre accompagna i documenti dei minori: genitori o chi ne fa le veci".