Lampedusa, 30 giugno 2019 - Osannata dai centri sociali, paladina dalla sinistra, indagata dalla magistratura e nemica dichiarata delle convenzioni. Carola Rackete, la donna che ha mandato in porto Sea-Watch3 a Lampedusa, forzando il blocco fino a speronare l’imbarcazione dei finanzieri, è alloggiata in un luogo segreto dell’isola, evita di apparire sui social in queste ore e si astiene dal rilasciare dichiarazioni in merito all'accaduto. Il gip di Agrigento, dopo aver ricevuto stasera dalla procura la richiesta di convalida di arresto, ha subito fissato per domani pomeriggio alle 15,30 in tribunale l'interrogatorio della comandante. Nel caso dovesse confermare il provvedimento, senza ravvisare esigenze cautelari, per lei potrebbe scattare l'espulsione (lo stesso Salvini ha ventilato l'ipotesi). Questo significa che il procedimento penale in Italia andrebbe avanti, ma la capitana resterebbe fuori dal Paese. Al termine dell'iter, in caso di condanna a pena detentiva, l'Italia dovrebbe chiedere l'estradizione. Al momento, si registra il pressing della Germania, che critica l'arresto. Scarica la Rackete, invece, l'Olanda: "Ha sbagliato, poteva dirigersi in Tunisia", dichiara Ankie Broekers-Knol, segretario di Stato per la sicurezza e la giustizia.
LA ONLUS PESA LE PAROLE - "Carola Rackete è tuttora agli arresti domiciliari. Attesa entro martedì la convalida dell'arresto da parte del Gip. La Sea Watch si sposterà in provincia di Agrigento", scrive su twitter un portavoce di Sea Watch Italia. "La comandante è molto provata, provata da ciò che c'è stato prima, cioè dai 15 giorni in mare, e dalla difficoltà estrema della situazione che si è trovata a governare". Così ha dichiarato Salvatore Tesorieri, legale della comandante, ai giornalisti a Lampedusa.
🔵#Carola è agli arresti domiciliari. È attesa entro martedì la convalida dell’arresto da parte del GIP. La #SeaWatch si sposterà in provincia di Agrigento. La nostra Comandante NON ha rilasciato nessuna intervista. Quelle pubblicate oggi sono libere interpretazioni dei fatti. pic.twitter.com/FJpmgZn4oC
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 30 giugno 2019
L'OLANDA: POTEVANO DIRIGERSI IN TUNISIA - Dall’Olanda, dove è registrata la nave della discordia, il dicastero per l’immigrazione rompe il riserbo dopo giorni di no comment e prende nettamente posizione: “La capitana ha sbagliato, poteva far rotta sulla Tunisia”, ha scritto Ankie Broekers-Knol, segretario di Stato per la sicurezza e la giustizia, in una lettera al vicepremier italiano, Matteo Salvini, che accusava il governo dell’Aja di menefreghismo. La rappresentante dei Paesi Bassi sottolinea il fatto che una nave che batte bandiera olandese, come nel caso della Sea-Watch, “non implica un obbligo per quello Stato di imbarcare persone soccorse“ e che “non ha mai chiesto di sbarcare in Olanda”. Comunque sia viene meno l’ipotesi di un facile ricollocamento dei migranti: “Vorrei aggiungere - scrive ancora Broekers-Knol nella lettera al Viminale - che nel caso di quei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, il ricollocamento è uno spreco di sforzi e risorse finanziarie dei contribuenti, uno spreco che dovrebbe essere evitato”. In altri termini, la segretaria ammette che Sea Watch trasporta anche tanti migranti economici, dice che il principio della protezione internazionale qui è improponibile, e afferma che gli sbarchi e gli smistamenti comportano un onere anche economico, quindi se lo prendano a mano i contribuenti italiani, anche se già sono carichi di debiti che la Ue intima di restituire, alla faccia della solidarietà internazionale.
IL LEGALE: "NON VOLEVA SPERONARE" - Dal canto loro i legali di Carola Rackete si preparano a tirarla fuori dai guai a colpi di cavilli, e vorrebbero ottenere per via giuridica un riconoscimento di merito, quello di poter trasbordare all'occorrenza, indicandolo come atto umanitario, anche tutte quelle persone che poco o nulla hanno a che vedere con la condizione dei rifugiati, e che attraversano il Mediterraneo inseguendo il miraggio di un benessere che poi stentano a trovare: “Comunque lei non voleva speronare l’imbarcazione dei finanzieri – hanno subito riferito i legali – quella che ha fatto era una manovra in condizioni di estrema difficoltà, senza alcuna diversa intenzione, nessun atto criminale è stato compiuto, neppure la volontà di speronare la motovedetta“. Occorre dire che in Germania in queste ore, come conseguenza del braccio di ferro, si stanno raccogliendo soldi tramite sottoscrizioni per dare filo da torcere alle politiche per regolare i flussi incontrollati dei migranti, e vanificare gli sforzi di contenimento del fenomeno della tratta e del fiancheggiamenti criminale ai trafficanti, sforzi messi in atto dal governo italiano, per fare questo sono stati raccolti finora più di mezzo milione euro per sostenere le azioni legali della comandante tedesca.
TRASMESSA RICHIESTA CONVALIDA ARRESTO - La Procura di Agrigento ha appena trasmesso al gip del Tribunale la richiesta di convalida dell'arresto della comandante della Sea watch Carola Rackete per la violazione dell'articolo 337 del Codice penale ("Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale o a un incaricato di pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio o di servizio, o a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni") e per resistenza o violenza contro una nave da guerra militare. Solo per quest'accusa rischia dai 3 ai 10 anni di carcere. Il gip di Agrigento, Alessandra Vella, dopo aver ricevuto dalla procura la richiesta di convalida di arresto, ha subito fissato per domani pomeriggio alle 15,30 in tribunale l'interrogatorio della comandante.
Carola Rackete "ha fatto di tutto per salvare vite umane" ha precisato l'avvocato Tesoriero che, rispondendo ai cronisti, ha spiegato che una possibile strategia difensiva sarà quella di contestare il fatto che la motovedetta della Gdf possa essere considerata nave militare. E sarà questo uno degli elementi che verrà sollevato molto probabilmente nell'interrogatorio di convalida davanti al Gip. Quando alle politiche dell'immigrazione del governo italiano, il legale ha sottolineato che si tratta di un "fenomeno epocale e bisogna decidere se vanno messe avanti le vite umane o un interesse nazionale che, in questo caso, non si capisce bene quale fosse". E il decreto sicurezza bis? "Una misura incomprensibile - risponde il legale - che non si preoccupa delle esigenze di tutela della vita umana, perché lasciare fuori dal porto una nave in condizioni di estrema necessità viola" le norme internazionali.
ATTACCO ALL'ITALIA - I commenti che accompagnano le donazioni in Germania sono infuocati, quasi eversivi, incitano gli avvocati a dare battaglia ai danni dell’Italia, puntano ad affermare il criterio della solidarietà a oltranza, cioè sostenere il diritto della onlus a proseguire nel ruolo di ambulanza del Mediterraneo, per metterla in condizioni di muoversi arbitrariamente, libera di dirigere il carico di migranti raccolti davanti alla Libia verso approdi discrezionali più sicuri, anche a costo di trasgredire alle leggi del nostro Paese e scavalcando i paletti della sovranità territoriale. Le accuse a carico della comandante della Sea Watch 3 intanto vanno avanti, la donna agli arresti domiciliari rischia una pena da 3 a 10 anni, Carola è indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, per rifiuto di obbedienza a nave militare violando l'articolo 1099 del codice della navigazione. Deve rispondere anche di tentato naufragio. In teoria, una prospettiva peraltro molto remota, la Libia potrebbe chiedere l'estradizione.
CORO DI SOSTENITORI - Si è schierata dalla parte della Rackete, e della missione incarnata dalla Sea Watch, la Sinistra Italiana, con Nicola Fratoianni, il Partito democratico con l’ex ministro Graziano Delrio, e ora anche il quotidiano dei vescovi italiani: “Poveri noi, se soccorrere diventa reato“, titola un editoriale del direttore di Avvenire. L’equipaggio di Sea-Watch fa quadrato attorno all’intrepida condottiera: “È la donna più coraggiosa che conosciamo“, twitta la ciurma. Ci si è messo pure il rapper J-Ax, che durante uno spettacolo così ha commentato: "La comandante della Sea Watch ha violato le leggi ingiuste come Gandhi, Mandela e Luther King a costo della propria libertà". "Sulla Sea Watch la questione non era stare o non stare dalla parte della comandante", ha scritto Delrio. "Su quella nave era in ballo qualcosa di più importante: la difesa dei diritti umani, e il Pd non è in cerca di eroi. Abbiamo una prerogativa come parlamentari, anche in funzione di riequilibrio del potere esecutivo, quella compiere atti ispettivi come per esempio nelle carceri. E nei due giorni e mezzo trascorsi sulla nave abbiamo lavorato perché non ci fossero forzature rispetto alla legge". Non si contano le prese di posizione a favore di soluzioni per sciogliere il nodo migranti con azioni stile Sea Watch. Dallo scrittore Roberto Saviano al conduttore Fabio Fazio, da Slow Food a Libera.
E la raccolta fondi lanciata sui social dai presentatori televisivi Jan Böhmermann e Klaas Heufer-Umlauf per sostenere le spese legali in difesa della Rackete ha raggiunto nel tardo pomeriggio di oggi il mezzo milione di euro.
SALVINI: NESSUNO STATO DI NECESSITÀ - Sembra che il titolare del Viminale si sia ritrovato praticamente solo contro tutti, ma non è così, secondo alcuni analisti ampi strati silenziosi dell'opinione pubblica sono con lui. E cosa dice il ministro dell'Interno a proposito della posizione di Carola Rackete? “Non venga a raccontare di aver agito in stato di necessità“, ribatte Salvini. “Nessun criterio giustifica l’azione della comandante, se i migranti stanno bene“. "La comandante fuorilegge ha giustificato il folle attracco che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza dicendo che c'era uno stato di necessità. Ma se nessuno dei 42 immigrati a bordo aveva problemi di salute, di quale necessità stava parlando?". Così ha scritto su Facebook il vicepremier e leader della Lega.
Ve lo ricordate il ministro lussemburghese che, urlando “Merda”, diceva che voleva più immigrati in Europa? Adesso pretende che la comandante fuorilegge sia rimessa in libertà! Pazzesco... Ma non ha niente di meglio da fare??? pic.twitter.com/A4yMwRWGdc
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 30 giugno 2019
VIMINALE CONTRO ELISEO - "Visto che l'Eliseo ha detto "porti aperti" indicheremo Marsiglia e Corsica come destinazioni". Così il ministro dell'Interno e vicepremier, Matteo Salvini, ha risposto alle domande de La Verità, e ribadito: "Noi restiamo pronti all' espulsione coatta della Capitana".
Il titolare del Viminale spiega che i migranti scesi dalla nave "restano a Lampedusa fino a quando cinque Paesi che hanno dato l'ok preliminare per accoglierli non confermeranno". Tredici andranno alla Francia, dieci in Germania, otto in Finlandia, gli altri in Lussemburgo e in Portogallo. Brilla per l'assenza - sottolinea Salvini - l'Olanda, sempre in prima fila quando si tratta di criticare le nostre decisioni". Sull'impatto tra la nave della ong e la motovedetta della Guardia di Finanza: "Una cosa mai vista , molto grave". Sulle ragioni della Rackete ("Che ce ne facciamo di una signorina che ha provato a investire quattro militari italiani che le intimavano l'alt?") osserva che non si tratta di immigrazione "è pirateria". "Chi giustifica un simile gesto è moralmente complice". E parla di libertà di affondamento, a proposito di quanto accaduto durante l'attracco della Sea Watch.
SCRITTE INTIMIDATORIE - “Fuck Salvini“, cioè vai a farti fottere, e “Sea Watch 4 ever“, vale a dire per sempre: queste le scritte oltraggiose comparse sul muro esterno della rappresentanza permanente italiana presso l’Unione Europea. Di fronte alla rappresentanza, un’altra scritta con la vernice rossa: “Italia, Carola Rackete is watching you“. Sull’accaduto i carabinieri addetti alla sicurezza della sede diplomatica stanno conducendo accertamenti in collaborazione con la polizia belga. Si stanno anche visionando i filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza. Intanto, si sta lavorando per cancellare le scritte.
ASSE PARIGI-BERLINO CONTRO ROMA - "Salvare vite umane è un obbligo umanitario. Il salvataggio in mare non deve essere criminalizzato. Spetta alla giustizia italiana chiarire velocemente le accuse". Da Berlino il ministro degli Esteri della Germania, Heiko Maas, critica Roma ora che la capitana tedesca, Carola Rackete, è agli arresti domiciliari e la nave è sotto sequestro. Stessa posizione espressa anche dal presidente tedesco Frank Walter Steinmeier "Può darsi che ci sia una legislazione italiana su quando una nave può entrare in porto e quando no, e può anche essere che ci siano reati amministrativi o reati penali", dice. "Tuttavia - aggiunge alla Zdf - l'Italia non è uno Stato qualsiasi, è al centro dell'Ue, è uno Stato fondatore dell'Ue". E conclude: "E' per questo che ci aspettiamo che affronti un caso del genere in modo diverso. Coloro che salvano vite umane non possono essere criminali".
Ma critiche sono arrivate anche dalla Francia e da Lussemburgo, a testimonianza del fatto che per il governo gialloverde sul fronte migranti la strada è in salita nei rapporti con gli altri Paesi dell'Unione europea. L'Italia ha annunciato "una chiusura in violazione del diritto internazionale del mare, anche se gli sbarchi di persone soccorse in mare continuano ad avvenire in Italia, sia da parte di navi di ong, sia di navi della guardia costiera italiana", è il contenuto di un comunicato del ministero dell'Interno francese guidato da Cristophe Castaner. Si riaccende, quindi, la polemica fra Parigi e Roma, dopo le frizioni delle scorse settimane su Ventimiglia. È arrivata, infatti, a stretto giro la replica del titolare del Viminale, Matteo Salvini, secondo cui "difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L'Italia - ha chiarito - non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare: Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani".
In una nota il vicepremier Matteo Salvini risponde alle dichiarazioni della portavoce di Macron: "Visto che il governo francese è così generoso (almeno a parole) con gli immigrati, indirizzeremo i prossimi eventuali barconi verso Marsiglia".
LUSSEMBURGO CHIEDE RILASCIO - Intanto, anche da Lussemburgo giunge una presa di posizione forte contro il governo. "Caro Enzo, ministro degli Esteri italiano", "vorrei sollecitare il tuo aiuto" perché "Carola Rackete, che era ai comandi della nave battente bandiera olandese ed era in obbligo di far sbarcare 40 migranti a Lampedusa, oggi 29 giugno, sia rimessa in libertà", ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, in una lettera indirizzata all'omologo Enzo Moavero Milanesi.
LA VERSIONE DELL'EX PM. “La capitana Rackete, in nome della sua Ong, ha deciso come una bulla di imporre l’agenda politica della sua Ong: costringere l’Italia ad accogliere i profughi. Altrimenti non si spiega perché, pur sapendo che il porto di Lampedusa sarebbe stato chiuso per chissà quanto tempo, non si è diretta a Tunisi, in Grecia, in Turchia o in Israele. Nossignore: ha girato intorno all’isola per 14 giorni fino a quando gli eventi in qualche modo non l’avrebbero costretta a entrare in Italia”. Lo ha detto al Fatto Quotidiano l’ex pm della Tangentopoli napoletana degli anni ‘90, Nicola Quatrano, oggi in pensione, che collabora con l’Osservatorio Internazionale offrendo assistenza legale gratuita ai perseguitati politici e religiosi del Nordafrica. “Da uomo di sinistra dico che è sconfortante l’incapacità della sinistra di proporre un ragionamento sensato sui temi della gestione dei flussi migratori - osserva Quatrano - limitandosi a fare il tifo da stadio pro la capitana e contro Salvini, sulla pelle dei poveri 42 profughi”. E aggiunge: “La sinistra ha sbagliato nell’ergere a ruolo di eroina una che ha compiuto un ricatto, compatibile con la mission della sua Ong e basta: prendere i profughi e portarli in Italia, e solo in Italia. Lo hanno deciso loro, quelli della Sea Watch, e basta. Contribuendo anche loro a mettere a repentaglio la vita dei 42 profughi”. “Temo che questa vicenda abbia fatto guadagnare a Salvini molti punti percentuali in più nei consensi”, dice l’ex pm, spiegando il perché: “la risposta ai temi complessi della gestione dei flussi migratori non può essere l’accoglienza tout court e basta. Nessun Paese al mondo può dire ‘venite tutti qui’, per la semplice ragione che non è possibile. Bisogna riaprire una vertenza con l’Unione europea, ridiscutere la redistribuzione dei migranti, e una trattativa seria non si può aprire attraverso ricatti e ricattini, forzando i blocchi tra gli applausi dei parlamentari Pd”.