Agrigento, 1 luglio 2019 - Oggi, la capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete, ha affrontato l'udienza di convalida del suo arresto al Tribunale di Agrigento. L'aula 9, al secondo piano del palazzo, è sempre stata presidiata da uomini della guardia di finanza, della capitaneria di porto e della Digos, presente anche una interprete. Alle 15,30, come da programmi, è iniziata l'udienza.
Prima di entrare in aula, l'avvocato Leonardo Marino, uno dei difensori della 31enne tedesca, ha reso nota l'intenzione di Carola di rispondere a tutte le domande. "Non volevo colpire la motovedetta della Guardia di Finanza, credevo che si spostasse e me la sono trovata davanti. Non era mia intenzione colpirli" ha spiegato la Rackete al gip Alessandra Vella, difendendosi così dall'accusa di avere forzato il posto di blocco della Guardia di Finanza urtando la loro piccola imbarcazione, messa a presidio della banchina del porto di Lampedusa dove era stato vietato l'accesso alla nave. Dopo un'ora e trenta circa una breve pausa, in cui Carola è uscita pochi minuti dall'aula per bere un bicchiere d'acqua. L'interrogatorio è ripreso con le domande del pm Gloria Andreoli.
Al termine dell'udienza di convalida, il gip Alessandra Vella si è riservato: deciderà entro domani mattina se convalidare l'arresto o decretare la scarcerazione della comandante tedesca. La Rackete resta agli arresti domiciliari ad Agrigento.
I DIFENSORI - "Carola è una donna molto decisa, si è assunta la responsabilità di entrare in porto perché lo staff medico le aveva detto che la situazione stava peggiorando a bordo" ha detto l'avvocato Alessandro Gamberini, all'uscita dell'udienza di convalida della comandante della Sea Watch 3. "Ha risposto in maniera puntuale, esatta e lucida a tutte le domande che riguardavano il soccorso dei migranti, procedimento che andrà a finire brevemente in nulla e la resistenza intesa come violenza per entrare in porto" ha proseguito il difensore. "Ha esposto le ragioni per cui ha deciso disperatamente di usare la forza. Perché aveva avuto negato il diritto d'approdo per 15 giorni. Aveva migranti che si erano assottigliati nel numero, ma quelli rimasti a bordo meditavano forme di autolesionismo per farsi sbarcare. Non avevano più fiducia nell'equipaggio. C'erano ideazioni paranoiche diffuse. Una situazione che non poteva durare altrimenti. Lei si è assunta tutto il rischio. Si è scusata di nuovo per questo accostamento alla barca della Gdf che si era posizionata proprio in quel momento per togliere lo spazio all'attracco. Per evitare la collisione la manovra era attuata con estrema lentenzza. Non era intenzionale", ha concluso Gamberini.
"GESTO VOLONTARIO E CONSAPEVOLE" - La manovra della comandante della Sea Watch Carola Rackete è stata valutata "come un atto volontario con i motori laterali che ha prodotto lo schiacciamento della motovedetta verso la banchina. Questo fatto è stato condotto con coscienza e volontà. Un'azione non necessitata perché la Sea Watch aveva ricevuto assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità marittime per avere assistenza. Quindi non versava in stato di necessità". Lo ha detto il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio al termine dell'interrogatorio.
"L'udienza di convalida dell'arresto di Rackette Carola si è svolta in un clima sereno e collaborativo come si addice alle aule di giustizia. La Procura ha chiesto la convalida dell'arresto operato dalla Guardia di finanza in relazione agli atti di resistenza con violenza nei confronti di una nave da guerra, individuata nella motovedetta della Gdf. Ha chiesto inoltre la convalida dell'arresto per il reato di resistenza a pubblico ufficiale" ha precisato Patronaggio.
INCHIESTA SEPARATA - La Procura verificherà se "i porti della Libia possono ritenersi sicuri o meno" e se "la zona Sar libica è efficacemente presidiata dalle autorità della guardia costiera libica", ha specificato Patronaggio ai giornalisti. "Queste verifiche saranno effettuate nell'inchiesta separata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nei confronti di Carola Rackete. Andremo a verificare le concrete modalità del salvataggio, cioè a dire se vi sono stati contatti tra i trafficanti di esseri umani e la Sea Watch, se il contatto è avvenuto in modo fortuito o ricercato. Tutta una serie di elementi che servono a verificare se si è trattato di un'azione di salvataggio in mare oppure un'azione concertata".
STRISCIONE DI SOSTEGNO - Uno striscione con la scritta "Standing by your side Carola" (Siamo al tuo fianco Carola, ispirato a una canzone di Celine Dion) è stato affisso all'ingresso del tribunale di Agrigento da alcuni sostenitori. "Penso che l'ignoranza vada gestita e la gente vada educata - ha detto uno dei cittadini che si trova davanti al Tribunale - Se c'è questo clima, probabilmente, c'è un fallimento da parte delle nostre istituzioni sull'educazione, sulla cultura dell'accoglienza. Capisco che i problemi sono tanti, che lavoro non ce n'è per nessuno - ha aggiunto - ma non si fa leva sull'emotività di un popolo per alimentare disparità razziale".
"TRAMORTITA DAGLI EVENTI" - "Ho visto scendere Carola dalla macchina tramortita dagli eventi". Così Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, all'arrivo di Carola Rackete al Palazzo di giustizia.