Roma, 18 novembre 2018 - In Francia la protesta del caro carburanti ha portato i gilet gialli a protestare bloccando il Paese, con conseguenti incidenti e scontri: si contano un morto e più di 400 feriti, di cui 14 gravi. Ma i transalpini cosa farebbero in Italia? Infatti nel Bel Paese gli italiani pagano in media la benzina l'11,4% in più rispetto ai confinanti cugini.
I francesi risparmiano oltre 9 euro (9,4) a ogni pieno. Sul diesel lo scarto è invece della metà, pari a 5,36% e 4,4 euro al litro di minori costi. Lo rivela un'analisi dell'Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Globalpetrolprices.com in riferimento alle proteste che stanno scuotendo la Francia.
Proteste transalpine nascono dall'annuncio del governo Macron di un aumento delle tasse sul gasolio di 6,5 centesimi al litro, e della benzina per 2,9 centesimi a partire dal primo gennaio prossimo.
Uecoop sottolinea: "Ma anche con questi rincari i carburanti francesi saranno, anche se di pochi centesimi, più convenienti di quelli italiani che restano quelli in media più cari al mondo con la benzina a 1,65 euro al litro e il diesel a 1,56 euro al litro, pur con differenze fra nord e sud, fra pompe private e quelle dei grandi marchi dell'energia". Un salasso quiotidiano sia per privati che per le imprese.
In Italia circolano oltre 41,6 milioni di veicoli fra camion, furgoni, auto e bus, secondo un'elaborazione Uecoop su dati Unrae.
Quindi Uecoop fa notare anche che l'aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo, perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese. L'alto livello dei prezzi dei carburanti rispetto alla grande maggioranza degli altri Paesi europei è ancora uno degli elementi di svantaggio competitivo per l'economia dell'Italia.