Giovedì 3 Ottobre 2024

Carmelo Miano, chi è l’hacker 24enne che ha violato i server del ministero della Giustizia

Il giovane, nato in Sicilia e residente a Roma, nell’interrogatorio davanti al gip ha ammesso di aver violato per anni sistemi di sicurezza istituzionali, ritenuti “colabrodo”

Un hacker (repertorio)

Un hacker (repertorio)

Roma, 4 ottobre 2024 – I server del ministero della Giustizia per lui non avevano segreti. Carmelo Miano, 24 anni tra pochi giorni, siciliano nato a Sciacca, residente a Gela e domiciliato a Roma, quartiere alla Garbatella, è rinchiuso nel carcere di Regina Coeli dopo una indagine della procura di Napoli che gli contesta i reati di accesso abusivo aggravato a strutture informatiche e diffusione di malware e programmi software, in particolare ai danni del ministero della Giustizia, di quello dell'Interno e di diverse grandi società. Ufficialmente lavorava per una società (non coinvolta nell’inchiesta), sempre dimesso e discreto, nessuno avrebbe potuto sospettareche quel giovane fosse un hacker.

Il tecnico informatico di Gela, considerato un mago del computer, è stato arrestato due giorni fa e si è detto disposto a collaborare con gli inquirenti. Nel lungo interrogatorio di oggi ha confermato di aver violato le mail di diversi magistrati tra Napoli, Roma e Brescia e di aver violato per tanto tempo i sistemi di sicurezza del Ministero della Giustizia, mettendo a dura prova la cybersicurezza del sistema giudiziario. Assistito dall'avvocato Gioacchino Genchi, nel corso dell'interrogatorio di garanzia il giovane ha ammesso gli addebiti contestati e si è reso disponibile a fornire ai pubblici ministeri ulteriori elementi sulle incursioni informatiche ai sistemi informativi del Ministero della Giustizia, del Ministero dell'Interno, della Guardia di Finanza e della Tim, commessi dal 2021 fino alla data dell'arresto.

Il legale del giovane ha chiesto la trasmissione degli atti a Perugia per competenza poiché avrebbe violato anche la posta elettronica di pubblici ministeri di Brescia, Gela, Roma e Napoli. Il giovane hacker ha però categoricamente escluso, fornendo dettagliati elementi, di avere arrecato qualsiasi tipo di danneggiamento dei sistemi informativi istituzionali violati, ritenuti permeabili e quasi colabrodo. L'avvocato Genchi ha anche chiesto al gip di Napoli che ha emesso l'arresto in carcere, l'attenuazione della misura cautelare con gli arresti domiciliari.