Roma, 24 agosto 2019 - È morto a Roma all'età di 83 anni l'attore Carlo Delle Piane. Ne ha dato notizia la moglie, Anna Crispino. L'attore aveva da poco festeggiato i 70 anni di carriera, durante i quali aveva lavorato con alcuni dei più importanti registi e attori, ricordando i molteplici successi al fianco di Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Totò, De Sica e molti altri ancora, fino al fortunatissimo sodalizio artistico con il regista Pupi Avati.
Ancora provato dall'emorragia cerebrale che lo aveva colpito quattro anni fa, si era ripreso ed era stato festeggiato alla Mostra del Cinema di Pesaro. L'attore ha recitato in 110 film ed era l'interprete icona dei film di Pupi Avati. Una vocazione precoce, la sua, si cimentò nella prima pellicola quando aveva solo 12 anni, selezionato per una parte durante la scuola dell'obbligo. "Ero alle medie al Pio XI di Roma", raccontava Carlo Delle Piane, "e lì arrivarono gli assistenti del regista Duilio Coletti che cercavano tra gli alunni i ragazzi per il film Cuore. Io, che ero sempre all'ultimo banco e non andavo troppo bene a scuola, non capivo chi fossero, pensavo che stessero per interrogarmi e quasi mi nascondevo. Ma fui scelto, anche se allora sembravo un extraterrestre piccolo e con le gambe sottili sottili. Da allora mi ritrovai a lavorare con grandi artisti, ma non davo loro importanza, per me il cinema era un modo per non andare a scuola e mettermi qualche soldo in tasca", raccontava.
Un film dietro l'altro per lui, in genere commedie brillanti e ha recitato con tutti, Sordi, Totò, Gassman, diretto da De Sica, Vadim, Steno, Monicelli, Polanski e Corbucci. Ma il suo grande amico è stato Aldo Fabrizi, "uno non troppo amato dai colleghi per la sua schiettezza. Ho fatto con lui La famiglia Passaguai e poi Rugantino di Garinei e Giovannini. Mi ricordo poi che Fabrizi usava svuotare un rosetta e riempirla di rigatoni al sugo. Era fatto così". Suo attore di riferimento Buster Keaton: "Volevo essere come lui. Mi piaceva la sua sobrietà nella recitazione, la sua maniacalità nel sottrarre". Infine per Carlo Delle Piane la terapia per tutto, anche per la sua idiosincrasia nell'essere toccato, stava nel lavoro: "Quando sono sul set faccio tutto tocco abbraccio apro le porte".