Sabato 27 Luglio 2024
FILIPPO ANELLI*
Cronaca

Carichi di lavoro insostenibili, vince lo stress

La riflessione del presidente Fnomceo sulla fatica di essere medico

Roma, 31 luglio 2023 – Il lavoro del medico non è più appetibile. Circa il 50% dei medici è disposto a lasciare il proprio lavoro e di questi il 30% sono giovani. Quella che, all’indomani del Covid, abbiamo definito la ‘questione medica’ riguarda tutti i medici, quelli di famiglia, gli specialisti e gli ospedalieri: dei 15 miliardi destinati dal Pnrr alla Sanità nessuna risorsa è andata al personale. E questo a fronte di una maggiore domanda di servizi da parte dei cittadini con liste d’attesa sempre più lunghe e carichi di lavoro fortemente aumentati.

A ciò vanno aggiunti gli effetti della digitalizzazione: il cittadino di fronte a un problema oggi utilizza i sistemi di messaggistica istantanea, digita la domanda al suo medico di famiglia pretendendo una risposta immediata. Se al lavoro ambulatoriale di 30-40 pazienti al giorno viene aggiunto tutto il carico relativo alle richieste via Whatsapp, mail e telefono, il carico di lavoro aumenta notevolmente e il livello di stress diventa insostenibile e determina il burnout: il 20-22% dei medici soffre di depressione, stati d’ansia, insonnia e non hanno più tempo per la famiglia.

La reazione emotiva del collega che al termine del suo ultimo giorno di lavoro, ha fatto a pezzi il telefono significa ‘da oggi in poi non sono più obbligato a rispondere. Questo strumento mi ha reso uno schiavo e oggi io me ne libero’. Come Fnomceo abbiamo approvato un protocollo in cui consigliamo ai medici: di utilizzare un cellulare per il lavoro e l’altro per le attività strettamente personali; di attenersi a regole ben precise; di non utilizzare per uso professionale i social; di limitare le diagnosi attraverso lo strumento informatico a quei casi dove il medico conosce molto bene il paziente, consigliando sempre di recarsi il prima possibile in studio.

Dopo 100 anni è necessario cambiare modello assistenziale. Oggi non si può prescindere da un lavoro in equipe che offra ai cittadini sul territorio tutte le professionalità sanitarie, competenze che sono presenti all’interno degli ospedali".

*Presidente della Federazione degli Ordini dei medici