Giovedì 25 Luglio 2024
DAVID ALLEGRANTI
Cronaca

Carcere Sollicciano, il caso Caretto arriva al CSM: “Intervenga contro provvedimenti ingiusti”. Cosa succede ora

Il consigliere Carbone chiede di aprire una pratica “a tutela dei diritti fondamentali dei detenuti, contro provvedimenti illegittimi e discriminanti della magistratura di sorveglianza”

Carcere di Sollicciano

Carcere di Sollicciano

Firenze, 25 luglio 2024 – Il “caso Caretto” (questa prigione non è un albergo) arriva al Consiglio Superiore della Magistratura. Il consigliere Ernesto Carbone, presidente della V commissione, ha chiesto al Comitato di Presidenza di aprire una pratica “a tutela dei diritti fondamentali dei detenuti del carcere di Sollicciano, contro provvedimenti illegittimi e discriminanti della Magistratura di sorveglianza di Firenze”. Il consigliere del CSM chiede al Comitato di voler deliberare, “con urgenza, l’apertura della pratica finalizzata ad un intervento del C.S.M.” contro “provvedimenti della Magistratura di sorveglianza” “ingiusti e lesivi della dignità del detenuto”.

In particolare, si cita l’ordinanza – di cui ha dato notizia Quotidiano Nazionale – del magistrato di sorveglianza, dottor Claudio Caretto, che ha respinto il reclamo ex 35 bis dell’ordinamento penitenziario di un detenuto che lamentava tutta una serie di violazioni dei propri diritti, compresa la mancanza di acqua calda nella cella. La motivazione addotta dal magistrato nell’ordinanza è purtroppo ormai diventata nota ai più: “In riferimento alla mancanza di acqua calda nel lavandino che si trova all’interno delle camere detentive, ritiene questo magistrato che la fornitura d’acqua calda all’interno della cella non sia un diritto essenziale garantito al detenuto, ma una fornitura che si può pretendere solo in strutture alberghiere”.

La pratica sarà esaminata nei prossimi giorni, lunedì o martedì, dal Comitato di Presidenza, di cui fanno parte il vicepresidente del Csm, il primo presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale presso la stessa Corte. Le possibilità sono tre, spiegano fonti del Csm: la prima è che la pratica venga respinta, la seconda è che venga affidata alla prima commissione (per le incompatibilità), la terza possibilità è che venga affidata alla prima commissione e trasmessa al procuratore generale come inizio di una eventuale azione disciplinare. Ma non è finita qui: il detenuto, attraverso L’Altro Diritto, ha impugnato la decisione del dottor Caretto. La parola adesso passa anche al Tribunale di Sorveglianza di Firenze, che a settembre deciderà se accogliere l’impugnazione o no.