Oristano, 14 gennaio 2019 - Senza passare per Rebibbia, Cesare Battisti è partito nel primo pomeriggio verso la Sardegna, dov'è arrivato verso le 17. Destinazione: il carcere di Oristano. Qui l'ex terrorista dei Pac sconterà l'ergastolo. Il carcere si trova alla periferia della città, nella frazione di Massama, circondato da alcune aziende agricole. Battisti sarà sottoposto all'isolamento diurno per 6 mesi, come previsto per i condannati all'ergastolo.
Aperta alla fine del 2012, la casa circondariale "Salvatore Soro" - detta anche Massama, dalla località dove sorge - può ospitare sino a 266 persone (ma il numero viene spesso superato): è un istituto di alta sicurezza, costruito per detenuti di una certa pericolosità, provenienti dal regime del cosiddetto 41 bis.
Negli ultimi anni il penitenziario ha ospitato numerosi rappresentanti della criminalità organizzata. Nell'estate del 2017 vi era stato trasferito anche Massimo Carminati, condannato a 20 anni di reclusione a conclusione del processo Mafia Capitale. Tra gli 'ospiti' anche numerosi esponenti della camorra, mafia e 'ndrangheta, come Vincenzo Sinagra, detto 'u Tempesta, Alfonso Caruana ritenuto il vice di Buscetta, Pietro Calvo il braccio destro di Provenzano, Francesco De Vita il capo di una delle cosche di Matteo Messina Denaro e Silvio Farao
I reclusi sono suddivisi su tre piani articolati in sei sezioni detentive, due per piano, composte da venti camere detentive da un lato e ventuno nell'altro. Cinque delle sei sezioni sono destinate esclusivamente ai detenuti in regime di alta sicurezza, che sono mediamente l'85 per cento del totale, mentre una sola è per detenuti comuni.
Le celle sono dotate di un bagno con doccia, separato dal resto del locale, e di un angolo cucina. In ogni sezione si trova una camera singola allestita a norma di legge per detenuti disabili.
La popolazione carceraria è composta, in misura maggioritaria, da italiani con condanne lunghe. Non ci sono detenuti col 41 bis nè collaboratori di giustizia. La prevalenza di detenuti in regime di alta sicurezza è stata segnalata come criticità da Antigone, l'Osservatorio per i diritti e le garanzie nel sistema penale. "Tale fattore - spiegano - ha comportato una sostanziale riduzione delle attività trattamentali. L'organizzazione e la quotidianità nell'istituto prevedono uno svolgimento della giornata essenzialmente nelle sezioni detentive e sono predisposte scarse attività da svolgere. Questa penuria ha comportato nel corso del 2016 diverse proteste dei detenuti, nonché una visita del Garante nazionale, che ha individuato una serie di problematiche e delle indicazioni per la direzione".
Le proteste del 2016 sono culminate in uno sciopero della fame durato oltre venti giorni, al quale aderirono 35 detenuti dell'alta sicurezza: nel mirino il sovraffollamento e le difficoltà per gli incontri con i familiari e il magistrato di sorveglianza.
Il direttore del carcere deve occuparsi anche della Colonia penale di Is Arenas. Oltre a lui c'è un comandante del Corpo di Polizia Penitenziaria, sei ispettori, quattro sovrintendenti e 136 agenti. Un organico più volte denunciato come insufficiente dalle organizzazioni sindacali del personale.
Nell'istituto di pena sono stati attivati negli ultimi anni diversi corsi scolastici e alcuni detenuti hanno avuto anche la possibilità di ottenere il diploma di maturità. Da segnalare anche un progetto sperimentale che ha coinvolto detenuti impegnati nell'area di scavo archeologico nel Sinis di Cabras, dove sono stati ritrovati i Giganti di Mont'e' Prama, le grandi statue in pietra i guerrieri risalenti al periodo tra il IX e il XIII secolo avanti Cristo.