Roma 23 luglio 2020 - All’indomani dei fatti di Piacenza, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha fatto visita, insieme al Generale Nistri, alla caserma di Tor Bella Monaca a Roma, nella periferia sud-est della capitale. “La mia visita arriva in un momento triste per tutta l’Arma dei Carabinieri, sono qui oggi per portarvi la mia vicinanza, la mia riconoscenza e quella di tutti gli italiani per il lavoro che svolgete ogni giorno al servizio della legalità, con un impegno quotidiano e continuo”. Poi ha aggiunto: “Ho condiviso tutte le iniziative in relazione ai provvedimenti che il generale Nistri ha avviato, per approfondire tramite un’inchiesta interna se vi sono stati elementi di criticità nei controlli e più complessivamente nell’organizzazione della realtà territoriale. Un lavoro che verrà fatto in maniera molto esigente e molto scrupolosa. Voglio che non vi sia alcuno spazio di ambiguità e di sospetto che possa alimentare, anche minimamente, da parte dei cittadini sfiducia verso l’Arma dei Carabinieri”.
“Questo è il motivo per cui ho voluto essere qui con voi oggi: ribadire a tutti i cittadini italiani che l’Arma dei Carabinieri è un presidio di legalità. Le prime vittime di questi fatti gravissimi siete voi, 110.000 uomini e donne che vestite questa uniforme con impareggiabile dedizione, generosità e sacrificio”, ha dichiarato il Ministro. “L’Arma dei Carabinieri e il Ministero della Difesa hanno dato piena disponibilità alla magistratura affinché tutto ciò che deve essere verificato sia verificato, per fare chiarezza. I fatti di Piacenza per come sono emersi sono gravissimi e inauditi. Ed ancor più grave è che questi fatti siano avvenuti durante l’emergenza sanitaria, in un momento in cui Forze Armate e Forze dell’Ordine erano impegnate con ogni sforzo a dare supporto ai cittadini. Un momento in cui l’Arma ha perso 10 dei suoi Carabinieri, vittime del Covid - ha concluso il ministro -. Inammissibile che mentre la totalità dell’Arma combatteva in un momento così delicato a servizio dei cittadini, altri commettessero simili azioni, indegne per chi indossa l’uniforme dei Carabinieri”.