Napoli, 27 gennaio 2020 - Cinque carabinieri sono stati arrestati a Napoli e tre sono stati sospesi con le accuse di corruzione, omissione in atti di ufficio e rivelazione di segreti. Ai cinque arrestati sono stati notificati gli arresti domiciliari mentre le sospensioni dall'esercizio del pubblico ufficio sono della durata di un anno. Le indagini, coordinate dalla DDA, che hanno portato all'emissione delle misure cautelari da parte del Gip di Napoli, sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna ( Napoli).
La Procura di Napoli ha chiesto la misura cautelare anche per concorso esterno in associazione mafiosa e altre ipotesi di reato nei confronti dei carabinieri arrestati, ma la richiesta non è stata accolta dal giudice. La Procura però ha proposto appello. Le indagini hanno evidenziato la sistematicità e la spregiudicatezza delle condotte, ritenute particolarmente gravi. Sarebbe emerso un vero e proprio asservimento nei confronti dei clan della zona di Sant'Antimo ( Napoli), i Puca, in particolare nei confronti di Pasquale Puca (in carcere al 41bis), anche da Francesco di Lorenzo, finito ai domiciliari, che è stato anche presidente del Consiglio comunale di Sant'Antimo. I carabinieri arrestati consentivano, secondo gli investigatori, l'immunità alla camorra locale. La ricostruzione dei fatti è stata avviata grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia.