Boni
L’ufficialità della notizia era nell’aria da giorni e lo ha raggiunto a Gibuti, a poche ore dall’avvicendamento, dove si trovava fino a ieri in visita ai carabinieri della Missione Miadit Somalia impegnati in un corso di addestramento alla polizia militare locale. Il nuovo comandante dei carabinieri è il generale di corpo d’armata Salvatore Luongo, già vicecomandante dell’Arma, braccio destro dell’attuale numero uno Teo Luzi che lascia il comando venerdì (giorno del suo compleanno). Nella giornata simbolo delle celebrazioni dell’attentato di Nassiriya lo ha nominato il consiglio dei ministri dopo un’altalena di ipotesi sul toto comandante. L’incarico viene conferito attraverso il decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Difesa e col parere del Capo di Stato maggiore, ora Luciano Portolano.
In pole position c’erano tre figure di alto profilo: Il generale Luongo, considerato il candidato del ministro della Difesa Guido Crosetto, Mario Cinque, Capo di Stato maggiore del Comando generale dell’Arma, sponsorizzato dal sottosegretario con delega ai Servizi Alfredo Mantovano, e Riccardo Galletta, comandante dell’interregionale Pastrengo, sostenuto dall’altro sottosegretario di Palazzo Chigi, Giovanbattista Fazzolari.
Nella pioggia di congratulazioni trasversali della politica e delle istituzioni ovviamente ci sono quelle della premier Giorgia Meloni: "La sua competenza gli consentirà di guidare al meglio i carabinieri, forza armata apprezzata in patria e all’estero. Al generale Teo Luzi rivolgo il ringraziamento per la professionalità con cui ha servito l’Arma, lo Stato e i cittadini". Segue il ministro Crosetto: "La scelta non era facile poiché i candidati vantavano un curriculum di grande spessore. La Benemerita sotto la guida del generale Luongo saprà confermarsi quale presidio di legalità garantendo la vocazione di prossimità ai cittadini in un contesto geopolitico e di sicurezza in rapido cambiamento. Al comandante Teo Luzi va il mio ringraziamento. Sotto la sua guida abbiamo visto un’Arma efficiente e tecnologicamente avanzata".
Il palmares di Luongo lo classifica come ufficiale di esperienza e di equilibrio nel rapporto con le istituzioni. E ne conferma il ruolo di figura strategica. Infatti per sette anni è stato capo dell’Ufficio legislativo della Difesa con quattro ministri di orientamento politico diverso: Roberta Pinotti (Pd), Elisabetta Trenta (M5s), Lorenzo Guerini (Pd) e l’attuale Guido Crosetto (FdI). Luongo, medaglia di bronzo al merito della Cri, nato a Napoli 62 anni fa ha mosso i primi passi in carriera nel 1977. Prima la scuola Nunziatella di Napoli, poi l’Accademia militare di Modena e la Scuola di applicazione di Roma a cui hanno fatto seguito tre lauree e due master. È stato comandante di sezione al Nucleo radiomobile di Roma e poi comandante delle compagnie di Taurinova, Roma Casilina e Roma Trastevere. È stato, tra l’altro, assistente militare del presidente della Repubblica e comandante provinciale dei Carabinieri di Milano e Roma.
Alla Difesa Luongo è considerato un elemento prezioso tanto che è rimasto consigliere per le riforme e le strategie istituzionali anche dopo essere diventato comandante interregionale al Podgora, dal quale dipendono i reparti dei carabinieri di Lazio, Marche, Toscana, Sardegna e Umbria. Fanfara, strette di mano e discorso ufficiale per il passaggio di testimone col generale Teo Luzi (ufficiale che nell’Arma ha lasciato il segno), venerdì mattina alla caserma di Tor di Quinto a Roma.