Martedì 24 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Carabiniere ucciso, confessa uno dei due americani: "Sono stato io"

Mario Cerciello Rega si era sposato a giugno. Ucciso mentre bloccava dei ladri. Ma dubbi degli inquirenti sulla dinamica. La ricostruzione del collega: "Ho sentito Mario urlare". La moglie: "Me l'hanno ammazzato"

I giovani fermati per l'omicidio del carabiniere a Roma (foto Ansa)

Roma, 27 luglio 2019 - Uno dei due giovani cittadini americani fermati ieri per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha ammesso le proprie responsabilità affermando di essere stato lui l'autore materiale dell'accoltellamento. Si tratta della persona con i capelli mesciati apparsa in una foto e ripresa da alcune telecamere. L'autore del delitto ha inferto 8 coltellate, una di queste al cuore. Fendenti letali, che hanno ucciso la notte scorsa il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega (chi era), morto per emorragia interna, mentre era in servizio a Roma. E' accaduto in via Pietro Cossa, nel centralissimo quartiere Prati. Il giovane brigadiere, nato a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, era sposato da appena 43 giorni ed era tornato da pochi giorni dal viaggio di nozze in Madagascar.

Un uomo porta l'alta uniforme dei carabinieri all'ospedale dove è morto Cerciello (Ansa)

I carabinieri hanno ascoltato alcune persone in caserma e nel tardo pomeriggio di ieri hanno fermato e condotto nella sede del reparto operativo, in via Selci, due giovani cittadini americani. I due erano stati sorpresi dalle forze dell'ordine in un hotel di via Federico Cesi, a pochi passi dal luogo del delitto. A condurre l'interrogatorio, sfociato nella confessione del 19enne americano, il procuratore Michele Prestipino. Ancora al vaglio degli inquirenti la posizione e l'eventuale coinvolgimento dell'altra persona fermata.

Giallo sulla dinamica

"Sono stato io" avrebbe detto lo statunitense, che appartiene a una famiglia facoltosa. Le indagini vanno avanti per chiarire alcuni nodi ancora da sciogliere come le modalità e le finalità del furto della borsa, sottratta a un cittadino a Trastevere che ha innescato l'operazione in cui il sottufficiale dei carabinieri è morto dissanguato. Il militare insieme a un collega stava bloccando infatti due giovani sospettati di essere gli autori di un «cavallo di ritorno», ovvero la richiesta di denaro (in questo caso cento euro) per restituire alla vittima del furto il bottino, quando è stato ferito a morte con il punteruolo. Da una prima ricostruzione, sembra che i due americani fossero andati a Trastevere a cercare droga. Quando si sono accorti che la sostanza acquistata era semplice aspirina hanno rubato la borsa del pusher, con dentro il cellulare, nel tentativo di recuperare i soldi. L'uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono per avere indietro la borsa e anche i carabinieri per comunicare che era stato scippato e che si era accordato con i due americani per la restituzione del maltolto.

All'orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa. Lì hanno incontrato i ragazzi con i quali è scoppiata una violenta colluttazione durante la quale il vice brigadiere è stato colpito a morte. Si tratta di una prima versione che dovrà essere verificata attentamente per chiarire alcune lacune a partire dal perché uno spacciatore decida di contattare i carabinieri per denunciare di essere stato derubato.

 "La vicenda potrebbe anche essere più complessa di quello che si pensava all'inizio, o di come la raccontano", è l'unico commento filtrato da palazzo di giustizia. Nel corso dei rilievi gli inquirenti hanno estratto da una grata un oggetto appuntito, simile a un punteruolo. Resta da capire se sia effettivamente ricollegabile all'omicidio. Come del resto il comune coltello da cucina che è stato estratto dal fondo di un'altra grata sul lato opposto del palazzo, all'altezza del civico 54 di via Belli. 

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LA RICOSTRUZIONE DEL COLLEGA - "Quando ho sentito Mario urlare ho lasciato quell'uomo e ho provato a salvarlo. Perdeva tanto sangue". Questo quanto avrebbe raccontato il collega rimasto ferito Andrea Varriale. Il carabiniere ha poi dato l'allarme alle altre pattuglie dei carabinieri che si trovavano a distanza nella zona.

LA MOGLIE: ME LO HANNO AMMAZZATO - Urla strazianti hanno rimbombato dall'obitorio dell'ospedale Santo Spirito fino alla strada. Sono quelle della moglie Rosa Maria, della madre Silvia e della sorella Lucia, mentre portavano via il corpo del vicebrigadiere. "Mario, Mario no!", gridavano le donne pochi istanti prima che il furgone della Mortuaria portasse via il corpo. I colleghi hanno portato l'uniforme per vestirlo, tra la commozione dei tanti amici arrivati da Somma Vesuviana per salutarlo ancora una volta. Disperata, in lacrime, la moglie del vicebrigadiere ha sfogato la sua disperazione: "Me lo hanno ammazzato". Un amico, anche lui in lacrime, racconta: "Lei viveva per lui, è una tragedia"

E' prevista per oggi l'autopsia sul cadavere del vicebrigadiere. Sarà possibile dare l'ultimo saluto al militare 35enne nella camera ardente, che sarà aperta dietro la caserma di piazza Farnese domenica a partire dalle 16 e lunedì mattina. Si svolgeranno lunedì alle 12 nella chiesa di Santa Croce in via Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana, i funerali di Stato di Mario Rega Cerciello. Il vicepremier Luigi di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico hanno annunciato che saranno presenti. Con ogni probabilità non mancherà nemmeno il ministro e vicepremier Matteo Salvini. 

Le reazione di politica e istituzioni

Appena avuta la tragica notizia il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale Giovanni Nistri, ha voluto incontrare i familiari per esprimere loro cordoglio e vicinanza.

L'Arma dei Carabinieri continua così il suo post: "Quei numeri non sono freddi, sono il conto di un'esistenza consacrata agli altri e al dovere, di una dedizione incondizionata e coraggiosa, di un amore pieno di speranze e di promesse. E la tragedia reca la cifra più alta: l'infinito".  "Il più vivo dolore per una mancanza che affligge 110 mila Carabinieri. Il più vivo cordoglio ai Suoi cari, che stringiamo in un immenso, unico abbraccio", conclude l'Arma.   

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta scrive: "Mi stringo in un forte abbraccio alla moglie e alla mamma del V. Brig. Mario Cerciello Rega e all'Arma dei Carabinieri e chiedo tolleranza zero per i delinquenti autori del vile atto".

E il ministro dell'Interno Salvini su Twitter: "Sono sicuro che lo prenderanno e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa". 

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Anche il vicepremier Di Maio commenta su Twitter: "Il mio abbraccio alla famiglia del militare e a tutta l'Arma. E' un momento di grande dolore per lo Stato". 

Profondo cordoglio espresso anche dal premier Conte: "La morte del giovane vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso stanotte nell'esercizio delle sue funzioni, è una profonda ferita per lo Stato. Faremo il massimo per assicurare i responsabili alla giustizia. La mia vicinanza alla famiglia e all'intera Arma dei Carabinieri".