Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Caporalato, scoperti 41 lavoratori in nero. Sette denunce

Operazione della Guardia di Finanza di Bolzano: la manodopera irregolare veniva sfruttata per la consegna porta a porta di volantini per 15 ore al giorno

Guardia di Finanza (Foto Archivio)

Bolzano, 4 maggio 2018 - Giornate lavorative di 15 ore, sei giorni su sette, in cambio di uno stipendio tra i 500 e i 700 euro al mese. È un vero e proprio caso di 'caporalato' quello scoperto dai finanzieri della Tenenza di Egna, in provincia di Bolzano, a danno di 41 lavoratori – per lo più stranieri - impiegati nella consegna di volantini pubblicitari porta a porta. Sette le persone denunciate - cinque indiani e due italiani tutti residenti nella provincia di Vicenza - per i reati di associazione per delinquere e intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. I lavoratori, privi di mezzi di sussistenza alternativi e costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie precarie, venivano reclutati, principalmente nella zona di Rosà nel Vicentino, e trasportati a bordo di furgoni fatiscenti e insicuri sui luoghi di lavoro, in tutto il territorio provinciale. Gli addetti, in sella alle biciclette che venivano loro fornite, erano costretti a lavorare in condizioni indecorose, su tragitti prestabiliti e sotto continua sorveglianza, 'affidati' al controllo di un capo squadra e monitorati tramite sistemi Gps. Inoltre, erano sottoposti a continue minacce di licenziamento e di percosse, soprattutto in caso di denuncia alle forze dell'ordine delle effettive condizioni di lavoro. In alcune circostanze venivano loro trattenuti anche i documenti, la carta d'identità o il permesso di soggiorno, al fine di “mantenere saldo il rapporto di patologica subordinazione e condizionamento psicologico”.

LE INDAGINI - Le indagini sono partite dal monitoraggio di alcuni lavoratori, soprattutto stranieri, residenti sia nella bassa atesina che in altre zone della provincia di Bolzano e di Trento, che venivano impiegati prevalentemente nella zona sud della provincia di Bolzano nella consegna di volantini pubblicitari porta a porta. Le Fiamme Gialle sono risalite a una società con sede a Vicenza che aveva reclutato un gran numero di lavoratori, di nazionalità pachistana, indiana e algerina: i responsabili avevano creato un sistema ad hoc, costituito da ulteriori quattro ditte individuali e da altrettante società (riconducibili sempre agli stessi soggetti), il cui principale scopo era allargare il proprio giro d'affari mediante l'impiego di manodopera completamente in nero. Queste società e ditte individuali, tutte operanti nel settore della pianificazione e promozione pubblicitaria, hanno sede nelle province di Vicenza, Trento, Verona e Milano.