Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Il capodoglio spiaggiato era una mamma: in pancia un feto e 22 kg di plastica

L'autopsia del cetaceo trovato a Porto Cervo rivela un incredibile accumulo di reti, lenze, buste e piatti di plastica. Il ministro Costa: presto ddl #SalvaMare

Era una femmina il capodoglio spiaggiato a Porto Cervo: in pancia 22 kg di plastica

Era una femmina il capodoglio spiaggiato a Porto Cervo: in pancia 22 kg di plastica

Olbia, 1 aprile 2019 - Era una mamma, il capodoglio trovato spiaggiato venerdì scorso a Cala Romantica, vicino a Porto Cervo. Lunga 8 metri, portava in grembo un feto di poco più di due metri e mezzo, già morto e in parziale decomposizione.

Lo stomaco di questo esemplare femmina di capodoglio era pieno di plastica, diversi chili (22 secondo il ministro dell'Ambiente Sergio Costa): piatti monouso, un tubo corrugato usato per gli impianti elettrici, le comuni buste per la spesa, grovigli di lenze, sacchi condominiali, persino l'imballaggio di un detersivo con ancora riconoscibili marca e codice a barre e numerosi altri rifiuti abbandonati in mare.

Luca Bittau, biologo della onlus SeaMe Sardinia che ha partecipato alle operazioni di recupero della carcassa, spiega: "C'erano addirittura sacchetti dov'è ancora possibile leggere il codice a barre. Siamo rimasti sgomenti. Rappresenta un monito per quanto stiamo facendo a questi animali, al nostro mare e a noi stessi".

La terribile fine del cetaceo è stata ricostruita ad Arzachena, in Gallura, dove nel fine settimana i veterinari dell'Istituto zooprofilattico di Sassari e della facoltà di veterinaria di Padova hanno effettuato la necroscopia. La presenza del mammifero marino era stata segnalata venerdì mattina, 28 marzo, all'ufficio locale marittimo di Porto Cervo. I militari arrivati sul posto avevano constatato che il capodoglio era già morto. Il comune di Arzachena è uno dei comuni costieri che ha sottoscritto l'accordo Pelagos per il Santuario dei cetacei, zona marina di 87.500 chilometri quadrati condivisa fra Italia, Principato di Monaco e Francia per la protezione dei mammiferi marini.

L'ALLARME WWF -  Gli ambientalisti rendono note cifre da brivido: nel Mediterraneo un terzo dei capodogli trovati morti è stato ucciso dalla plastica. Le femmine di Capodoglio, spiega il Wwf, raggiungono la maturità sessuale all'età di 7 anni e l'estro compare ogni 3-5 anni. Probabilmente quel feto rappresentava la prima e ultima gravidanza di questo esemplare.  Il quantitativo di plastica ritrovato nell'apparato digerente del cetaceo era praticamente intatto e la proporzione tra le dimensioni dell'animale e la plastica ingerita è particolarmente significativa. Quantità così voluminose, per gli esperti, vengono solitamente ritrovate all'interno di animali più grandi.  La plastica viene ritrovata sempre più spesso anche nel pesce e nei molluschi che consumiamo. Senza provvedimenti, entro il 2050, nei mari del mondo ci sarà più plastica che pesce e il Mediterraneo rappresenta un'area trappola con livelli record di inquinamento da microplastiche che minacciano la vita marina e la salute umana.  Le specie marine ingeriscono plastica intenzionalmente, accidentalmente o in maniera indiretta, nutrendosi di prede che a loro volta avevano mangiato plastica. Nel Mar Mediterraneo sono 134 le specie vittime di ingestione di plastica, tra cui 60 specie di pesci, tutte e 3 le specie di tartarughe marine, 9 specie di uccelli marini e 5 specie di mammiferi marini.

IL MINISTRO - Molto duro il commento, su Facebook, del ministro Costa: "C'è ancora qualcuno che dice che questi non sono problemi importanti?", chiede, prima di sottolineare che "il marine litter (la poltiglia di rifiuti in mare) affligge tutto mondo marino, non solo l'Italia, certo, ma ogni paese nel mondo ha il dovere di applicare le politiche per contrastarlo: non oggi mai ieri". E ancora: "Abbiamo usato in un modo spensierato la 'comodità' dell'usa-e-getta in questi anni e oggi ne stiamo pagando le conseguenze". Poi Costa rivela: "Il disegno di legge #SalvaMare che proprio nei prossimi giorni arriverà al Consiglio dei ministri, aiuterà queste creature marine perchè troveranno molta meno plastica nei mari, grazie ai pescatori che finalmente potranno portare a riva tutta la plastica pescata (ricordo che ad oggi sono praticamente obbligati per legge a ributtarla in mare). Dal 2021 si comincerà a vietare l'uso e il commercio dell'usa-e-getta in plastica. La direttiva europea che lo stabilisce è stata approvata e vi prometto che l'Italia sarà uno dei primi Paesi a recepirla e metterla in atto".