Milano – Il racconto è corredato da dettagli che rimandano al contesto di piazza Duomo a Capodanno e da foto che mostrano le protagoniste a Milano quella notte. D’altro canto, va aggiunto che dell’episodio non risultano segnalazioni né denunce alle forze dell’ordine o alla magistratura, nonostante fossero presenti in gran numero per presidiare il centro e in particolare l’area che ha attirato 25mila persone (la Procura ha aperto un’inchiesta per violenza sessuale, qui l’aggiornamento)
Oggi – sabato 4 gennaio – il quotidiano di Liegi La Meuse ha riportato la storia (rilanciata dall’europarlamentare leghista Silvia Sardone) di sei ventenni belgi, quattro ragazze e due ragazzi, che hanno trascorso in città gli ultimi giorni del 2024. In piazza Duomo per salutare l’arrivo del 2025, a un certo punto della serata (non ci sono orari precisi) il gruppo sarebbe stato accerchiato da alcuni giovani non italiani: “Eravamo in trappola, impotenti di fronte a una tale violenza – le parole di Laura –. Eravamo circondati e non potevamo muoverci! Ci tenevano le mani, mentre altri ci toccavano su tutti i vestiti e persino sotto i vestiti. Nonostante le giacche e le sciarpe. Tutto questo è andato avanti per dieci minuti”.
Laura ha aggiunto pure di essersi rivolta a una “poliziotta” dopo l’accaduto. Tuttavia, le verifiche del Giorno escludono che in quelle ore sia arrivata una segnalazione del genere né alla polizia né ai carabinieri: nessuno ha denunciato, tantomeno risultano interventi per richieste di aiuto. L’unico alert noto al momento è quello giunto alle 0.25 dal tratto di Galleria compreso tra l’Ottagono e piazza Scala, dove c’erano alcuni giovani che importunavano verbalmente le ragazze che passavano. La segnalazione ha generato un immediato controllo degli agenti della Squadra mobile. Prima e dopo, nulla.
Ultima nota per la presa di posizione del segretario dell’associazione nazionale dei funzionari di polizia Enzo Letizia, che, a seguito delle denunce per gli insulti a Italia e polizia comparsi su TiKTok, ha auspicato la “reintroduzione della pena della reclusione per il reato di vilipendio” per ripristinare “una tutela rafforzata del prestigio delle istituzioni”.