Mercoledì 27 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Caos alle elementari. Cacciò bimbo iperattivo, sospeso il dirigente: "Assurdo, farò ricorso"

Dopo la prima espulsione il Tar stabilì che il bambino doveva tornare in aula. Ma ci fu un nuovo rifiuto e il Ministero inviò gli ispettori nell’istituto. Il preside non molla: andrò dal giudice del lavoro, c’è accanimento contro di me.

Caos alle elementari. Cacciò bimbo iperattivo, sospeso il dirigente: "Assurdo, farò ricorso"

Caos alle elementari. Cacciò bimbo iperattivo, sospeso il dirigente: "Assurdo, farò ricorso"

LADISPOLI (Roma)

Si preannuncia una feroce battaglia legale sul bimbo di 6 anni a cui è stato diagnosticato un disturbo da deficit di attenzione con iperattività di tipo combinato "associato a marcata difficoltà della regolazione degli aspetti comportamentali e aggressivi", cacciato – con una sospensione di 21 giorni – il 26 febbraio dall’istituto comprensivo Corrado Melone. Adesso il dirigente scolastico che firmò l’atto, Riccardo Agresti, è stato sospeso dalle sue funzioni con un provvedimento dell’Ufficio scolastico regionale e al suo posto è stato nominato un reggente. La colpa imputata ad Agresti è non avere recepito una sentenza del Tar del Lazio che riammetteva il bambino. Quando venne comunicata l’esclusione da scuola, la famiglia del piccolo tramite il proprio legale ricorse ai giudici amministrativi che il 4 marzo decretarono il reintegro in classe. Così la mattina successiva il padre lo accompagnò all’istituto ma il dirigente dispose l’allontanamento. Della cosa venne interessato il dicastero della Pubblica istruzione e del merito. Il 6 marzo il ministro Giuseppe Valditara ordinò un’ispezione decidendo che il giorno successivo il piccolo sarebbe dovuto essere riammesso alle lezioni, cosa che è stata regolarmente fatta con la supervisione del padre e dell’avvocato.

Ieri mattina è stato comunicato ad Agresti il suo allontanamento: per ora ha vinto la famiglia del bambino affetto da Adhd, ma il dirigente non si dà per vinto e promette ricorso. Il reato ipotizzato di cui è accusato l’ormai ex dirigente scolastico è penale. Agresti si ribella e dà la sua versione dei fatti: "Non avevo potuto mettere in atto la decisione del Tar perché non ne ero a conoscenza. Era stata presa quando la scuola era chiusa e la mattina successiva la posta è stata aperta quando i bambini erano già in classe". Dietro il provvedimento, Agresti vede delle manovre "poco chiare" e annuncia il ricorso al giudice del lavoro: "Sono certo delle mie ragioni e ho fiducia negli ispettori che faranno il loro lavoro, come già stanno facendo, e che porteranno alla verità. Se c’è una denuncia penale sarà il mio avvocato a proteggermi. Se invece è un procedimento scolastico e basta, è evidente che qualcuno mi vuole fuori dalla scuola: quello che sta accadendo è un accanimento strano ed esagerato".

La sospensione del piccolo di prima elementare era stata sottoscritta dal consiglio d’istituto e inviata via posta certificata. La motivazione: "Comportamenti considerati non idonei per la comunità scolastica". Nella sentenza del Tar del Lazio c’era l’indicazione di dare al piccolo, in cura per il suo disturbo irrefrenabile al Gemelli, un insegnante di sostegno per tutte le ore necessarie. Anche venerdì scorso la permanenza a scuola è durata solo 2 ore. "Servono – aveva detto Agresti prima di essere sospeso – più ore di assistenza per il bambino ma la certificazione medica è errata e l’abbiamo segnalato ai genitori. Era impossibile gestirlo e abbiamo dovuto chiamarli". L’Associazione nazionale insegnanti e formatori ha preso posizione contro il blocco della stabilizzazione dei precari e la mancanza di insegnanti di sostegno di ruolo. "Casi come quello accaduto a Ladispoli – sostiene Anief – non potranno che aumentare se c’è carenza di personale. Avere docenti di ruolo in un istituto è fondamentale".

Riccardo Jannello