Roma, 7 marzo 2024 – “Credo ci sia l'esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase, alcuni riportati in modo generico non avendo conosciuto gli atti, e per intervenire a tutela di un'istituzione sacra come la procura nazionale Antimafia". Esordisce così il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ascoltato in commissione parlamentare in merito all'inchiesta sui presunti dossieraggi a discapito di politici, calciatori e vip in generale. "I numeri di questa vicenda lasciano pensare che ci sia altro – ha detto – i numeri sono molto più preoccupanti di quelli ad oggi e emersi, sono numeri che inquietano perché sono mostruosi”.
Non solo Striano
Ieri in commissione Antimafia era stato ascoltato il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo che è parso ipotizzare un ‘sistema’ dietro le condotte di Pasquale Striano, il finanziere capo della sezione Segnalazioni Operazioni Sospette (Sos), principale indagato al momento, a cui sono contestati centinaia di accessi abusivi alle banche dati secretate. Per Melillo sono condotte “difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale”. Cantone oggi invece esclude che esista un “nucleo strutturato”, e quindi esclude l’associazione a delinquere. C’è “un soggetto che agisce per una pluralità di soggetti, si mette a loro disposizione ma opera in una logica assolutamente individuale”.
"Dopo Striano il mercato delle Sos non si è fermato”
Il procuratore di Perugia dà però per certo che Striano non sia l’unico coinvolto. "Il mercato delle Sos non si è affatto fermato”, ha detto il procuratore, citando “una prova clamorosa”. Durante la prima fuga di notizie è uscito un riferimento a una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa: quella Sos non era stata vista da Striano. C'era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos”.
"Non mi occupo di bolle di sapone – ha voluto poi precisare Cantone –, non me ne occupavo neanche da bambino, chi lo dice ne risponderà nelle sedi opportune". Cantone parla di un fenomeno di dimensioni enormi.
I numeri ‘monstre’
“Striano ha scaricato 33mila file in 4 anni”
La denuncia del ministro Crosetto ha permesso di scoperchiare “un vero e proprio verminaio", ha aggiunto il procuratore. "Il sottotenente Striano in quattro anni ha consultato 4.124 Sos, un numero spropositato, e scaricato 33.528 file dalla banca dell’Antimafia. Digitato 171 schede di analisi e 6 schede di approfondimenti seguite digitando il nominativo 1531 persone fisiche 74 persone giuridiche”. E non c’è solo l’archivio della DNA. “Ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico (Agenzia delle entrate ndr), ma potrebbero essere pure 3mila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi (sempre delle Entrate, ndr). Siamo ad oltre 10mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo”. Nel suo cellulare “abbiamo trovato tantissime prove, questo è importante da sottolineare nel momento in cui ci sono delle proposte di legge che limitano le indagini sui cellulari”.
"Non spetta a me dire se è dossieraggio”
Insomma, quella effettuata da Striano è una “ricerca spasmodica di informazioni su una serie di soggetti che spesso si è limitata a quella richiesta di informazioni, non spetta a me dire se è dossieraggio".